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Marta Chiappetta

Rimedi naturali per la Fibromialgia

Pubblicato il 22/12/2019 da Marta Chiappetta Lascia un commento

Il termine Fibromialgia (FM) deriva dall’unione della parola latina fibra e da quelle greche myo (muscolo) e algos (dolore) e si utilizza per indicare una sindrome caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso associato a rigidità e astenia.

Come si manifesta la fibromialgia

Il dolore cronico interessa i muscoli e le strutture connettivali fibrose (legamenti e tendini), non è sempre presente ma compare ad intervalli e colpisce prevalentemente le spalle, la colonna vertebrale, il cingolo pelvico, le braccia, i polsi e le cosce. Al dolore cronico si associano altri sintomi tipici del quadro, che possono manifestarsi anche solo in parte, ma che accompagnano sempre la sintomatologia dolorosa: disturbi del sonno, crampi e movimenti incontrollati delle gambe durante la notte, parestesie, formicolii, intorpidimento, cefalea, disturbi gastrointestinali (sindrome del colon irritabile e gastrite), dismenorrea e disturbi sessuali, alterazioni della temperatura corporea, vertigini, acufeni, tachicardia, intolleranza al freddo, disturbi cognitivi con confusione, difficoltà di concentrazione e perdita di memoria a breve termine. Tali manifestazioni sono definite “fibro-fog” ovvero annebbiamento fibromialgico.  La sindrome è prevalente nel sesso femminile e il suo esordio avviene tra i 20 e i 30 anni; tuttavia, questo intervallo può variare molto perché spesso i soggetti che ne soffrono aspettano diverso tempo prima di consultare gli specialisti, convivendo anche per lunghi periodi con i sintomi.

Questa sindrome può simulare altre condizioni cliniche come la depressione, i disturbi reumatici e la sindrome da stanchezza cronica (CFS), patologia con cui spesso la fibromialgia viene confusa poiché presenta sintomi molto simili. Ciò che distingue la FM da altre patologie reumatiche dolorose è la presenza di specifici punti, detti tender point (punti dolorabili) che diventano dolenti alla digitopressione. La sofferenza vissuta dal soggetto deriva dal fatto che i muscoli, costantemente in tensione, provocano forte dolore e rigidità; inoltre il continuo stato di tensione esaurisce le energie causando stanchezza e difficoltà anche nel fare piccoli sforzi.

Il dolore fibromialgico è atipico, migrante, diffuso e si manifesta dal collo fino agli arti inferiori. Nel 90% dei casi è soprattutto mattutino, si accompagna a stanchezza e facile affaticabilità che compromettono fortemente la qualità della vita del soggetto, costretto a riposi prolungati e a stati di adinamia.  Tuttavia l’astenia, pur presente, non è il sintomo predominante. Nella FM l’eziologia è più specificatamente connessa ad un trauma, sia fisico che psichico e la sindrome non rappresenta alterazioni evidenti di alcuna natura, né nel sangue, né a livello muscolare, articolare e neurologico.  Molti soggetti affetti da FM manifestano fenomeni ansiosi o depressivi, spesso associati ad attacchi di panico. Lo stato depressivo, soprattutto, si verifica nella FM come nel caso di tutte le malattie che comportano un dolore cronico.  Questa condizione peggiora quando, di fronte all’assenza di risultati evidenti negli esami di laboratorio, il soggetto va incontro ad isolamento, sensi di colpa e sentimenti di rabbia poiché spesso non viene creduto, né dai medici, né dai familiari.

Comprendere l’aspetto psichico è molto importante perché fa parte delle cause di innesco del disturbo. Lo stress continuato e persistente o quello traumatico che deriva da lutti, separazioni, eventi negativi e la presenza di un contesto ansiogeno (familiare e lavorativo) può scatenare la sindrome in soggetti predisposti, così come l’esposizione al freddo e all’umidità, le posture viziate, le disfunzioni tiroidee e l’intolleranza al glutine.  

Manifestazioni simboliche della fibromialgia

I soggetti fibromialgici sono caratterizzati da ipersensibilità, forte senso del dovere, cattiva gestione delle emozioni, grande dipendenza affettiva e bisogno di conferme esterne. La costante tendenza a reprimere le emozioni provoca un’implosione di energie negative che si trasforma nel corpo in una gabbia invisibile che blocca i muscoli, inibendo l’azione e caricando di attrito e dolore i movimenti.

L’approccio delle cure naturali alla fibromialgia è globale. La strategia utilizzata si concentra molto sull’individuazione delle cause, sull’educazione del soggetto, anche attraverso l’informazione sulla patologia e sul programma terapeutico, sulla modificazione dello stile di vita, soprattutto con l’inserimento di una moderata e continuativa attività fisica e un supporto psicologico (o psichiatrico) abbinato alle cure farmacologiche.

Cura della fibromialgia con i rimedi omeopatici

Bryonia 7-9 CH granuli

Il rimedio agisce su tutte le algie articolari con diversa localizzazione che peggiorano con il movimento, il calore e lo sfioramento. Il soggetto accusa dolore lancinante, febbre e cefalea. I sintomi migliorano con il riposo, le applicazioni fredde, con una forte pressione e sdraiandosi sulla parte dolente. Bryonia è utile per i soggetti irritabili e agitati che desiderano stare soli e non vogliono essere toccati o disturbati. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Rhus Toxicodendron 9 CH granuli

Rimedio d’elezione nella FM che corrisponde ad un soggetto in cui prevale la rigidità; quest’ultima peggiora in una fase iniziale del movimento per poi migliorare gradualmente. La rigidità si presenta soprattutto al mattino, al risveglio, con intorpidimento e formicolio, in presenza di clima freddo e umido e dopo il riposo. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Ruta 5-7 CH granuli

Il rimedio ha un tropismo elettivo su tendini, cartilagini e muscoli. Si utilizza quando il soggetto accusa debolezza, indolenzimento, rigidità con senso di contusione localizzato ai polsi, alle caviglie e alla colonna vertebrale, come se il corpo fosse “schiacciato”. I dolori peggiorano a contatto con il letto e il paziente fibromialgico deve continuamente cambiare posizione durante il sonno. I sintomi peggiorano con il riposo e con l’umidità mentre migliorano con il calore e il movimento. Utilizzare la 15 CH se i dolori sono molto intensi. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Actaea racemosa (Cimicifuga) 7- 9 CH granuli

Rimedio particolarmente efficace nella donna fibromialgica eccitabile, estroversa, vitale e molto loquace. I dolori, bruschi e intensi, si localizzano al collo e alla schiena, peggiorano di notte, in prossimità delle mestruazioni e in menopausa. Le braccia sono intorpidite e i dolori nella parte bassa della schiena si irradiano anche alle cosce. Tipiche d questo rimedio sono le fobie, come quella dei topi o delle malattie: nella tipologia costituzionale le turbe comportamentali si alternano alle manifestazioni fisiche. Uso: 3-4 granuli 3 volte al giorno.


Rhododendron 7-9 CH granuli

Ha un’azione specifica sui tessuti fibrosi e muscolari e sul sistema nervoso periferico. I dolori si concentrano alle estremità del corpo, sono erratici e lancinanti. Il soggetto Rhododendron ha una marcata sensibilità ai cambiamenti climatici che generano anche sintomi mentali, è irrequieto, ansioso e ha una bassa autostima. Il quadro sintomatologico migliora con il movimento e il caldo secco. Uso: 3-4 granuli 3 volte al giorno.


Arnica 9-15 CH granuli

Rimedio molto noto nel trattamento dei traumi (anche quelli psichici), Arnica agisce a livello dei muscoli e del tessuto cellulare. Il soggetto accusa un malessere caratterizzato da affaticamento fisico, dolore simile ad una contusione con sensazione che il letto sia troppo duro. I sintomi si presentano dopo un trauma o uno sforzo fisico prolungato, peggiorano con il contatto e il movimento mentre migliorano con il riposo. Uso: 3-4 granuli 3 volte al giorno.

Kalmia 9 CH granuli

Si utilizza quando i dolori muscolari, così lancinanti da impedire anche i movimenti più semplici, si spostano dall’alto verso il basso. La sensazione dolorosa “migra” su diverse parti del corpo ed è accompagnata da intorpidimento. I sintomi peggiorano con il movimento e intorno a mezzogiorno.  Uso: 3-4 granuli 3 volte al giorno

Causticum 7-9 CH granuli

Il soggetto che ha bisogno di questo rimedio accusa debolezza generale, rigidità e dolore concentrato principalmente al rachide cervicale e dorso-lombare. Il dolore è molto forte, simile a quello di una lussazione e spesso è accompagnato da bruciore e indolenzimento. A differenza degli altri, i sintomi di Causticum migliorano con il tempo umido e peggiorano con quello secco. Il soggetto che corrisponde al rimedio è astenico, triste, scoraggiato e avverte un’ansia con sensazione di disgrazia imminente. Uso: 3-4 granuli 3 volte al giorno.


Gelsemium 9-15 CH granuli

Il rimedio viene prescritto quando il soggetto lamenta estrema debolezza e stanchezza del corpo e degli arti con pesantezza delle membra, emicrania con turbe visive, cefalea occipitale irradiata al collo e alle spalle. I sintomi peggiorano con le forti emozioni e le cattive notizie mentre migliorano dopo un’abbondante emissione di urina e con la sudorazione. Gelsemium è fortemente emotivo, soggetto a panico, tremore e insonnia causata dal timore di eventi futuri. Uso: 3-4 granuli 3 volte al giorno.

Hypericum perforatum 15-30 CH granuli

Ha un’azione elettiva in caso di traumi  delle terminazioni nervose. I dolori sono acuti e pungenti, spesso intollerabili e accompagnati da spasmi. I sintomi peggiorano con il freddo,l’umidità e al minimo tocco sulla zona colpita. Migliorano sdraiandosi sull’addome. Uso: 3-4 granuli 3 volte al giorno.

Cura della fibromialgia con la Gemmoterapia

Ficus carica MG  1 DH

Il gemmoderivato di Ficus Carica si ricava dalle gemme fresche del fico; è un importante rimedio per le manifestazioni psicosomatiche ed ha un’azione riequilibrante del sistema neurovegetativo. Uso: 20 gocce 2-3 volte al dì in poca acqua fino a miglioramento dei sintomi. Raccomandazioni; non esporsi al sole durante il trattamento. Utilizzare con cautela per uso esterno. Assumere solo dietro consiglio medico.

Tilia tomentosa MG 1 DH

Tilia tomentosa L.

Il Tiglio ha effetti spasmolitici e sedativi, agisce sui disturbi del sonno (anche nei bambini), sull’ansia e sui sintomi legati alla somatizzazione. Uso:  30 gocce 2 volte al giorno in poca acqua fino a miglioramento dei sintomi. Non eccedere nel dosaggio. Effetti collaterali:  sono stati segnalati casi di “effetto paradosso”:  in questi casi sospendere la somministrazione o diminuire il dosaggio. Assumere solo dietro consiglio medico.

Cura della fibromialgia con la Fitoterapia

Artiglio del diavolo  TM (Harpagophytum procumbens DC.)  

(Harpagophytum procumbens DC.)

Rimedio antinfiammatorio, antiflogistico  e spasmolitico, ha un’azione diretta sull’apparato osteoarticolare e sulle patologie degenerative che lo colpiscono. Come trattamento della fibromialgia aiuta ad alleviare il dolore e l’infiammazione. Uso: estratto secco 400 mg pro dose, 2 volte al giorno. TM 20-30 gocce in poca acqua 2 volte al giorno. Controindicazioni: non somministrare in gravidanza, allattamento, in caso di disturbi gastrici e duodenali e ai bambini al di sotto dei 12 anni. Effetti collaterali: il sapore amaro può provocare nausea; l’assunzione di dosi elevate può avere effetti lassativi. Interazioni: il rimedio potenzia l’effetto dei farmaci antiaritmici e anticoagulanti (warfarin). Raccomandazioni: assumere a stomaco pieno e fare delle pause nel trattamento ogni due mesi. Assumere solo dietro consiglio medico.

Uncaria TM (Uncaria tomentosa Willd)

Grazie ai fitosteroli contenuti, questa pianta ha un’azione antinfiammatoria, antidolorifica e simil-cortisonica, in particolare a livello delle articolazioni. L’Uncaria è nota soprattutto per la sua azione immunostimolante e antivirale, per questo è molto indicata nella prevenzione delle patologie invernali. Uso: 20-30 gocce 2 volte al giorno in poca acqua. Controindicazioni: non utilizzare in gravidanza, allattamento e malattie autoimmuni. Effetti collaterali: dosi eccessive possono causare diarrea. Raccomandazioni: assumere lontano dai pasti. Cicli continuativi possono provocare ipovitaminosi di tipo A. Assumere solo dietro consiglio medico.

Salice bianco ES (Salix alba L.)

Questa pianta è indicata per i dolori ossei e articolari, acuti e cronici, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie  e antidolorifiche dovute all’acido salicilico presente nella corteccia: per questo motivo in fitoterapia viene chiamata “aspirina erboristica”. La scorza dei giovani rami ha un’azione miorilassante  e costituisce una terapia a lungo termine, sia della fibromialgia che dei reumatismi articolari. Uso: estratto secco 500 mg pro dose, 2 volte al giorno. TM 20 gocce 2 volte al giorno. Controindicazioni: non somministrare in gravidanza e allattamento, durante il periodo mestruale e nei soggetti affetti da patologie gastriche (ulcera e gastrite). In soggetti sensibili si possono manifestare disturbi gastrointestinali. Evitare l’uso nei soggetti con sensibilità ai salicilati. Assumere solo dietro consiglio medico.

Passiflora TM (Passiflora Incarnata L.)

Rimedio utilizzato per stati d’ansia con ipereccitabilità muscolare, palpitazioni, nervosismo e stress. La Passiflora ha un’azione sedativa e lievemente ansiolitica, rilassa la muscolatura, non crea sonnolenza al risveglio e non procura dipendenza o assuefazione.  Uso:  20-30 gocce di TM in poca acqua 2 volte al giorno. Controindicazioni: non assumere in gravidanza e allattamento, in associazione con ansiolitici ed antidepressivi, psicofarmaci in generale, sonniferi e alcol. Effetti collaterali: nausea, vomito, vertigini; in caso di sovraddosaggio si può verificare un effetto paradosso. Non somministrare nei soggetti ipersensibili o allergici.Assumere solo dietro consiglio medico.

Boswelia TM (Boswellia serrata L.)

(Boswellia serrata L.)

Gli acidi boswelici contenuti nella pianta hanno un’azione antinfiammatoria e analgesica, per questo la Boswelia è indicata come coadiuvante nei dolori articolari e muscolari, nelle infiammazioni locali e nei problemi alle articolazioni. Il suo utilizzo è fortemente consigliato sia in caso di fibromialgia che di artrite. Uso:  20-30 gocce di TM in poca acqua 2 volte al giorno, lontano dai pasti. Estratto secco, 200 mg estratto secco in compresse o capsule, suddiviso in 2 o 3 assunzioni giornaliere, lontano dai pasti. Controindicazioni: non assumere in gravidanza e allattamento, in associazione con ansiolitici ed antidepressivi, psicofarmaci in generale, sonniferi e alcol. Effetti collaterali: in alcuni casi l’assunzione può provocare nausea, diarrea ed eruzioni cutanee. Non somministrare in gravidanza, allattamento e in associazione con  farmaci anticoagulanti orali. Assumere solo dietro consiglio medico.

Cura della fibromialgia con l’Oligoterapia

Manganese- cobalto (Mn-Co)

Trattamento oligoterapico d’elezione per le distonie neurovegetative. Uso: 1 fiala sublinguale al giorno o a giorni alterni. Nei bambini utilizzare metà dose.

Magnesio (Mg)

Il Magnesio regola l’eccitabilità muscolare ed è indicato nella sindrome fibromialgica, in quella da stanchezza cronica, nei disturbi del sistema nervoso e nella stanchezza fisica e psichica. Uso: 1 fiala sublinguale al giorno o a giorni alterni. Nei bambini utilizzare metà dose.

Litio (LI)

Oligoelemento  indicato per  instabilità emozionale, nervosismo, depressione, ansia, abulia e insonnia su base ansiosa. Uso: 1 fiala sublinguale al giorno o a giorni alterni. Nei bambini utilizzare metà dose.

Calcio (Ca)

Elemento essenziale per molte funzioni dell’organismo come l’eccitabilità muscolare, la contrattilità cardiaca e la crescita ossea. E’ indicato per la FM poiché agisce sui disturbi neuromuscolari. Uso: 1 fiala sublinguale al giorno o a giorni alterni. Nei bambini utilizzare metà dose.

Nutrizione e Integrazione Alimentare per la cura della fibromialgia

Nei soggetti fibromialgici è utile l’integrazione di Vitamina E che riduce il dolore muscolare e migliora la circolazione, di Vitamina B1 (tiamina) che ha un’azione antidolorifica, e di vitamina B2,  elemento fondamentale per molte funzioni del metabolismo e dei tessuti. Inoltre, sono consigliati Acido alfa lipoico e PEA (palmitoiletanolamide)  esadecanammide è un amide derivato degli acidi grassi di membrana (acido palmitico ed etanolamina), di natura endogena che agisce fisiologicamente come modulatore biologico, favorendo il controllo della fisiologica reattività tissutale. Fu descritta la prima volta nel 1993 dalla prof.ssa Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina, che si dedicò  allo studio e pubblicazioni scientifiche della PEA.              

Riferimenti bibliografici

Carbone R. Planta medicamentum naturae – Aromaterapia, gemmoterapia e fitoterapia, Dibuono edizioni   srl, Villa d’Agri  (PZ),  nuova edizione 2008.

Rimedi Naturali per la gastrite

Pubblicato il 19/10/2019 da Marta Chiappetta Lascia un commento

Omeopatia, fitoterapia e gemmoterapia sono tre approcci terapeutici molto efficaci per trattare le gastriti acute e croniche, poiché agiscono sulle cause del disturbo sia a livello organico, proteggendo la mucosa e modulando le secrezioni gastriche, sia a livello psicosomatico.

Come si manifesta la gastrite

La gastrite È un’infiammazione della parete interna dello stomaco, la mucosa gastrica. Si distinguono due forme differenti: la gastrite acuta e la gastrite cronica. Quella cronica È la forma che comporta più conseguenze perché È il risultato della presenza continuata nel tempo di fattori irritanti. La gastrite acuta si presenta con sintomi quali nausea, eruttazioni, gonfiore, senso di peso nella regione epigastrica, vomito; a volte sono presenti anche febbre e cefalea.

Quali sono le cause della gastrite

La gastrite acuta È scatenata da una serie di fattori: utilizzo continuato di farmaci antidolorifici e antinfiammatori (FANS – Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei) come l’aspirina, il fumo, l’alcol, gli abusi alimentari, l’utilizzo di spezie e di sostanze irritanti, infezioni sistemiche batteriche o virali (es. citomegalovirus, salmonella), stress intensi, traumi, ustioni, interventi chirurgici. Una volta rimossa la causa, in genere la gastrite acuta si risolve spontaneamente.

A differenza della forma acuta, la gastrite cronica presenta un’alterazione permanente della mucosa gastrica. È una patologia frequente nel mondo occidentale che spesso decorre in modo asintomatico, perciò È più difficile da diagnosticare. La sintomatologia si sviluppa gradualmente e quando si manifesta provoca un mal di stomaco sordo, difficoltà digestive, inappetenza, nausea, sensazione di stomaco pieno dopo i primi bocconi di cibo. Uno dei fattori di rischio per lo sviluppo della gastrite È l’infezione da parte di un batterio, l’Helicobacter Pylori (HP); ma sono molte le condizioni, in particolare ambientali e psicologiche, che causano la patologia. Un ruolo fondamentale È attribuito allo stress fisico e psichico e alle tensioni emotive.

Simbolismo della gastrite e la tipologia dei soggetti che soffrono di gastrite

Dal punto di vista psicosomatico lo stomaco rappresenta un contenitore di tutto ciò che accumuliamo dentro, il luogo dove si manifesta il conflitto che È alla base del disturbo.

Lo stomaco È la proiezione organica di una difficoltà nel digerire, nel “mandare giù qualcosa”, nell’”ingerire” le atmosfere che ci circondano.

Chi soffre di gastrite È una persona molto ansiosa e presenta una forma di dipendenza che non deriva, però, da un reale bisogno, ma dal sentire di non avere il permesso di autonomizzarsi. Queste persone hanno un’elevata soglia di sopportazione e fanno una grande fatica ad utilizzare dei “muri” sani e a dire di no quando sarebbe necessario.

I sintomi chiave della gastrite simboleggiano il sentire del soggetto: il bruciore e il dolore gastrico esprimono la difficoltà a manifestare se stessi pienamente, trattenendo dentro tutta la tensione accumulata. Nausea e vomito rappresentano un rifiuto di una determinata situazione che non vuole più essere accolta e che “chiude lo stomaco” (come avviene nell’inappetenza, altro sintomo chiave della gastrite). Quando la situazione genera uno stato di allerta, essa si traduce nella tipica tensione gastrica, mentre la digestione lunga ed elaborata delinea un quadro perfetto della difficoltà ad accettare e “digerire” ciò che in quel momento crea disagio o sofferenza.

I rimedi omeopatici usati in omeopatia per la cura delle gastriti  

Arsenicum album  9CH granuli

Rimedio di tutte le patologie “brucianti”, indicato per la gastrite che presenta come sintomo principale il bruciore all’epigastrio, soprattutto dopo mangiato. Arsenicum viene usato anche nelle gastriti conseguenti ad un avvelenamento da cibo o ad un’intossicazione. Il soggetto È freddoloso, prostrato, ha paura di essere gravemente malato. Al dolore gastrico si associano spesso diarrea, sete intensa e brividi. A livello psichico È fortemente ansioso, ha bisogno di avere tutto sotto controllo, tende alla tristezza e alla depressione nervosa. Una sua caratteristica peculiare sono i comportamenti compulsivi e ritualistici che lo spossano, mentalmente e fisicamente. Modalità: Peggiora di notte e con il freddo. Migliora con il calore. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Argentum nitricum  7 – 9CH granuli

Il rimedio corrisponde ad un soggetto estremamente caloroso, molto emotivo, frettoloso, ansioso e ipocondriaco con un’elevata somatizzazione a livello gastro-intestinale e neurologico. Argentum soffre di diarrea con feci verdi, nausea, vertigini. La gastrite È caratterizzata da bruciore con irradiazione nella parte sinistra, crampi e dolori rodenti all’epigastrio, eruttazioni frequenti. Talvolta È presente ulcera allo stomaco. Modalità: Peggioramento con il calore, il consumo di dolci e lo sforzo mentale. Miglioramento con il freddo e all’aria aperta. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Nux vomica 7 – 9CH granuli

La gastrite trattata con questo rimedio si presenta con forti Dal punto di vista psicosomatico, lo stomaco rappresenta un contenitore di tutto ciò che accumuliamo dentro, il luogo dove si manifesta il conflitto che È alla base del disturbo. Il mal di stomaco È la proiezione organica di una difficoltà nel “mandare giù qualcosa”, nell’”ingerire” le atmosfere che ci circondano. crampi e sensazione di contrazione allo stomaco, nausee e vomito soprattutto al mattino, sonnolenza dopo i pasti. Il soggetto È molto sensibile, irritabile e collerico. Dorme pochissimo e lavora molto, È sedentario, abusa di cibo, di bevande alcoliche e sostanze stimolanti (tÈ, caffÈ). Lo stress quotidiano porta il soggetto all’esaurimento psico-fisico. Modalità: peggioramento al mattino, con gli sforzi mentali e il consumo di cibi speziati. Miglioramento la sera, con il calore, le bevande calde e dopo un breve sonno. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Kalium carbonicum 5CH granuli

È indicato nelle gastriti croniche con dolori trafittivi che si concentrano all’epigastrio e peggiorano piegandosi in avanti e dopo i pasti. Il dolore si irradia in alto a destra ed È accompagnato spesso da gonfiore addominale. Il soggetto Kalium Carbonicum ha uno spiccato senso del dovere, È eccessivamente apprensivo e timoroso. Tutte le sue paure si riflettono sul corpo e lo stomaco È uno dei suoi organi bersaglio. Modalità: peggiora con il freddo e di notte. Migliora con il calore e il movimento. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Phosphorus  9 – 15CH granuli

Si prescrive quando al sintomo gastrico si associa una fame vorace che migliora dopo aver mangiato ma È sempre presente, anche durante la notte. I dolori sono acuti e brucianti e si concentrano nella parte superiore dell’addome. Spesso sono accompagnati da vomito e, nelle forme gravi, da vomito con sangue rosso chiaro non coagulato. Il paziente ha intenso desidero di bevande ghiacciate. L’ingestione di sostanze calde peggiora i sintomi. Phosphorus ha una personalità molto estroversa e creativa, È estremamente sensibile e suggestionabile; soffre di innumerevoli paure (salute, buio, morte, futuro). Costituzionalmente È molto debole ed ha una scarsa resistenza alle malattie. Modalità: peggioramento con il freddo e lo sforzo fisico. Miglioramento con il caldo. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Ignatia amara 7 – 9CH granuli

Si usa quando i disturbi allo stomaco sono su base emotiva. È un rimedio adatto a persone nevrotiche, ipersensibili, emotive e malinconiche. Il dispiacere e il dolore fanno fatica ad esprimersi e vengono trattenuti, generando i sintomi. È presente una forte somatizzazione gastrica caratterizzata da nausee con o senza conati, sensazione di nodo in gola, palpitazioni, tosse nervosa, forte dispepsia. La gastrite di Ignatia può essere acuta, causata da sofferenze recenti (lutti, separazioni), oppure cronica, legata ad episodi o dispiaceri di vecchia data e prolungati nel tempo. Modalità: peggiora con le emozioni e la consolazione. Migliora con il calore e la distrazione. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Bismuthum 5CH granuli

Il dolore si irradia alla scapola sinistra, la digestione È molto lenta; spesso si associano anche cefalea e vomito di liquidi che non vengono trattenuti. Il dolore È crampiforme e acutissimo, talmente forte da portare il paziente allo svenimento. Il soggetto È estremamente ansioso, teme la solitudine e vuole stare sempre in compagnia, soprattutto quando accusa il malessere fisico. Il quadro del rimedio corrisponde a quello di una gastrite che evolve in ulcera. Modalità: miglioramento tirando indietro la schiena e con il freddo. Peggioramento notevole dopo i pasti (il cibo resta fermo in un punto dello stomaco). Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Magnesia carbonica  5 – 7CH granuli

Si utilizza per la gastrite con bruciori, crampi, iperacidità marcata e disturbi intestinali (più frequentemente diarrea). Caratteristica del rimedio È l’intolleranza al latte. Il paziente Magnesia Carbonica teme fortemente l’abbandono, non tollera i conflitti, È ansioso, irritabile, ipocondriaco. Modalità: peggiora la notte e con i cambiamenti climatici. Migliora con il movimento e camminando all’aria aperta. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Lycopodium 7 – 9CH granuli

È il rimedio d’elezione in caso di gonfiore gastrico, meteorismo, borbottii, addome gonfio, flatulenza. La digestione È difficoltosa e seguita da sonnolenza. A livello mentale il soggetto Lycopodium soffre di forme depressive, È spesso triste, scoraggiato, ansioso. Lamenta una debolezza di memoria e ha pensieri confusi e rallentati. Il rimedio ha una lateralità prevalentemente destra. Modalità: peggioramento il pomeriggio e dopo il sonno. Miglioramento con il movimento e dopo aver assunto bevande calde. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Aconitum napellus L.

Aconitum napellus 7 – 9CH granuli

Il rimedio viene prescritto per le gastriti causate dal freddo o dall’ingestione di bevande fredde, ma anche per quelle conseguenti ad un forte spavento. In questi casi il dolore gastrico È lancinante, l’addome È dolorante e sensibile al tatto. Il soggetto soffre di crisi di panico e ha paura della morte. Modalità: peggioramento con il freddo intenso e secco, con le emozioni e gli spaventi. Miglioramento all’aria aperta e con il riposo. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Bryonia  7 – 9CH granuli

Si prescrive nella gastrite “da freddo” accompagnata da febbre, brividi, sete incessante. Frequente È la sensazione di pressione gastrica dopo i pasti. Il paziente È molto irritabile, vuole rimanere solo. È taciturno e adirato. Modalità: peggiora con il movimento e con il calore. Migliora con il riposo. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Le piante medicinali usate in fitoterapia per la cura delle gastriti  

Altea (Althaea Officinalis L.) TM

Althaea officinalis L.

Questa pianta contiene numerosi principi attivi con proprietà antinfiammatorie, lenitive e protettive della mucosa gastrica (zuccheri, pectine, grassi, tannini). In particolare le mucillagini contenute nella radice formano un sottile strato sulla mucosa gastrica e duodenale, proteggendola da irritazioni e lesioni. L’Altea È indicata anche per il trattamento dell’ulcera. Viene utilizzata in varie formulazioni: decotto, estratto fluido, infuso e tintura madre Uso: Tintura madre – 30 gocce in poca acqua 2-3 volte al dì. Assumere in gravidanza, allattamento e in associazione con altri farmaci solo dietro consiglio medico.

Melissa officinalis L.

Melissa (Melissa Officinalis L.) TM

Questa pianta ha un’azione principale sul sistema nervoso centrale: viene prescritta per le turbe del sonno e per gli spasmi della muscolatura dell’apparato gastro-intestinale. Grazie ai suoi principi attivi contenuti nella foglia che le conferiscono un elevato potere antispasmodico, tranquillante e carminativo, È indicata per i disturbi gastrici e intestinali legati alle somatizzazioni come gastrite, colon irritabile, aerofagia. Uso: Tintura madre – 30 gocce in poca acqua 2-3 volte al dì. La Melissa È controindicata in caso di disturbi legati alla tiroide.

Le piante medicinali usate in gemmoterapia per la cura delle gastriti  

Ficus carica MG 1 DH

Il macerato glicerico o gemmoderivato  di Ficus Carica si ricava dalle gemme fresche del fico e la sua funzione È quella di favorire la produzione di enzimi digestivi; inoltre normalizza la secrezione del succo gastrico, protegge e cicatrizza la mucosa. Indicato per gastriti associate a dolore, ulcere gastriche e duodenali, turbe della secrezione gastrica, acidità, soprattutto legate alla somatizzazione dell’ansia e delle tensioni emotive. Uso: 30 gocce 2-3 volte al dì in poca acqua fino a miglioramento dei sintomi. Non esporsi al sole durante il trattamento. Utilizzare con cautela per uso esterno.

Tilia tomentosa L.

Tilia tomentosa MG 1 DH

Il Tiglio ha effetti spasmolitici e sedativi. Agisce sui disturbi del sonno (anche nei bambini) e sull’ansia che viene somatizzata a livello gastrointestinale. Il gemmoderivato assorbe l’iperacidità gastrica, ha un’azione riparatrice sulla valvola gastro-esofagea e riduce gli spasmi che generano la risalita degli acidi. Uso: 30 gocce 2-3 volte al dì in poca acqua fino a miglioramento dei sintomi. Non eccedere nel dosaggio.

Avvertenze È importante affidarsi al medico curante per la valutazione della terapia adeguata, soprattutto con fitoterapici e gemmoderivati, per evitare sovrapposizioni fra i principi attivi delle piante e l’assunzione concomitante di altri medicinali.

Cure omeopatiche per la sinusite

Pubblicato il 02/09/2019 da Marta Chiappetta 2 commenti

La sinusite è un’infiammazione dei seni paranasali (distinti in frontali, mascellari, etmoidali, sfenoidali); ciò che secernono si riversa nella cavità nasale e la loro funzione è molto importante perché filtrano, inumidiscono e riscaldano l’aria che respiriamo.

Le cause della sinusite

Localizzazioni anatomiche della sinusite

I seni sono spesso soggetti ad infezioni causate da diversi fattori: allergie, variazioni della pressione atmosferica, infezioni dentarie, difetti di struttura del naso (condotti non correttamente strutturati), polipi nasali. L’infiammazione può essere causata da virus o batteri. Quando si verificano queste condizioni, la mucosa infiammata si gonfia, bloccando il drenaggio. La conseguenza è un accumulo di secrezione o pus (come nel caso della sinusite purulenta) che impedisce il regolare passaggio dell’aria. Questo determina la sintomatologia tipica della sinusite acuta, ovvero una forte cefalea accompagnata da un senso di peso, soprattutto mattutino, causato dalla congestione nasale. L’infiammazione e il dolore che ne derivano colpiscono diverse sedi: ad esempio quando la sinusite è mascellare, il dolore si irradia al nervo sovra-orbitario e alla guancia; quella frontale provoca una cefalea che parte dalla radice del naso e si irradia all’angolo interno dell’orbita. La sinusite viene distinta in due forme: acuta e cronica.

La forma acuta somiglia ad un forte raffreddore. I sintomi principali sono cefalea acuta e pulsante, dolore al volto e alla radice del naso che spesso si estende all’orbita dell’occhio, ostruzione nasale. Può esserci anche febbre, soprattutto nella forma purulenta. Tutte le sinusiti acute non curate correttamente causano una forma cronica e recidivante che, in base ai diversi fattori scatenanti (virulenza dei germi, freddo e sbalzi termici, reazione individuale, diverso posizionamento dei seni), variano nella sede (mascellare, frontale ecc) e nella gravità. Terapia omeopatica per sinusite L’omeopatia è di grande aiuto nella cura della sinusite. La maggior parte dei rimedi utilizzati intervengono contemporaneamente nella forma acuta e cronica poiché hanno un’azione profonda anche sul terreno dove si determina l’infiammazione.

I dolori nella forma cronica sono di tipo nevralgico con senso di peso e fastidio locale, accompagnati spesso da sensazione di cattivo odore. Quando la sinusite si cronicizza, è più facile il rischio di riacutizzazioni e complicazioni.

Simbolismo della sinusite

A livello simbolico, il muco rappresenta la creatività del soggetto, la sessualità, la spiritualità. Quando queste energie emotive sono bloccate dalle insicurezze e non riescono ad esprimersi nelle relazioni, sintomi come il naso chiuso e mancanza dell’olfatto sono il simbolo della riduzione degli scambi con il mondo esterno. Inoltre il muco occupa le cavità che servono ad alleggerire la testa ma anche a dare risonanza alla voce. Il risultato è un’energia inespressa che genera la tipica sensazione di pesantezza della testa. La voce perde la sua cassa di risonanza e diventa debole simboleggiando così una minore forza comunicativa. La sinusite acuta si manifesta non a caso dopo un periodo in cui una forte carica energetica non è stata espressa e ha creato grande disagio che il paziente è riuscito a manifestare solo in parte. La forma cronica, invece, rappresenta un’incapacità (definita cronica, appunto) di esprimere le parti migliori di sé e di restare in contatto con esse e con il proprio intuito.

Cure naturali per la sinusite in Omeopatia

L’omeopatia è di grande aiuto nella cura della sinusite. La maggior parte dei rimedi utilizzati intervengono contemporaneamente nella forma acuta e cronica poiché spesso hanno un’azione profonda anche sul terreno che determina l’infiammazione. Le potenze più indicate sono quelle basse (dalla 5 alla 15-30 CH) ma per alcuni rimedi devono essere valutate bene le caratteristiche dei sintomi per individuare la potenza adatta al singolo paziente.

Belladonna 5-9CH granuli > È il rimedio più usato nelle sinusiti ed è indicato quando le sindromi infiammatorie sono associate alla febbre. Il sintomo tipico è la cefalea congestizia pulsante, accompagnata spesso da dolore violento, vertigini e fotofobia. Modalità: i sintomi peggiorano inclinandosi in avanti e migliorano dopo il riposo, con la pressione forte e il calore.

Kalium bichromicum 5 – 15CH granuli > Si utilizza nelle sinusiti mascellari o frontali. Le secrezioni sono gialle – verdastre, a volte sanguinolente, vischiose, abbondanti e filanti; vengono espulse con grande difficoltà. Questo determina la comparsa di forti dolori e senso di pressione alla radice del naso, ostruzione nasale, perdita olfattiva. Tipiche di questo rimedio sono le nevralgie che si ripetono con cadenza periodica (ad esempio ogni giorno o in un determinato orario). I sintomi si scatenano e sono aggravati dal freddo – umido. Modalità: i sintomi peggiorano con il freddo e il movimento. Migliorano con il calore. Le basse potenze favoriscono le secrezioni, quelle medio-alte le rallentano o le bloccano.

Hydrastis canadensis 7 – 15CH granuli >  Si utilizza in presenza di una rinorrea posteriore: la secrezione scende e raggiunge la faringe. Spesso è presente una tosse secca accompagnata da raucedine ed espettorato giallo-verdastro. Il soggetto ha dolori nella sede frontale, è magro e astenico. A livello psicosomatico, la sinusite rappresenta un blocco delle energie emotive che non riescono ad esprimersi nelle relazioni a causa dell’insicurezza. Il naso chiuso e la mancanza dell’olfatto simboleggiano la riduzione degli scambi con il mondo esterno. Modalità: i sintomi peggiorano con il freddo e all’aria aperta. Migliorano con il riposo e la pressione. Utilizzare le basse potenze per favorire le secrezioni, le alte per bloccarle.

Lachesis 5 – 15CH granuli > Il Lachesis si consiglia quando le sinusiti si manifestano con cefalee congestizie (soprattutto sovra – orbitali) e dolori pulsanti e martellanti alla radice del naso, arrossamento delle regioni infiammate. I sintomi compaiono in seguito alla brusca interruzione della secrezione. Lachesis scioglie il muco e facilita il drenaggio. Modalità: i sintomi peggiorano con il sole, il caldo e gli alcolici. Migliorano con la ripresa del flusso (mestruazioni, sanguinamento,…).

Hepar sulfur 5 – 30CH granuli > Rimedio indicato per le sinusiti croniche con secrezione purulenta e maleodorante. La suppurazione è di difficile drenaggio e questo scatena sintomi come dolori frontali e alla radice del naso che peggiorano con il freddo. Hepar si utilizza nei disturbi periodici, ad esempio nelle sinusiti che si presentano ad ogni inverno o sempre nello stesso periodo. Come avviene per altri rimedi, le potenze basse favoriscono il drenaggio della suppurazione, mentre quelle alte arrestano o riassorbono la suppurazione. Modalità: i sintomi peggiorano in inverno, con il freddo e le correnti d’aria fredda. Migliorano con il calore e gli indumenti caldi.

Silicea 5 – 15CH granuli > La Silicea è indicata per una forma cronica di sinusite frontale e mascellare che somiglia ad un raffreddore perenne. Il soggetto è molto freddoloso, sobbalza al minimo rumore. Soffre di cefalea, vertigini e ostruzione cronica; si ammala spesso di raffreddori nella stagione fredda. La cefalea di Silicea è intensa con sensazione che la testa stia per esplodere; questa condizione migliora stringendo una benda intorno al capo. Spesso il dolore si concentra su un solo occhio. Modalità: i sintomi  peggiorano  con il freddo e scoprendosi. Migliorano con il calore e gli indumenti caldi.

Pyrogenium 5 – 15CH granuli > Il Pyrogenium è definito in omeopatia “l’antibiotico naturale”; interviene in tutti i processi infettivi acuti e cronici di origine batterica o virale. Utilizzato mattina e sera, nella fase acuta blocca (basse potenze) o fa regredire (medio-alta potenza) la suppurazione. Le secrezioni sono dense, purulente e maleodoranti. Il soggetto è agitato, ansioso, suda freddo. Altri sintomi tipici del rimedio sono forte spossatezza, stato di prostrazione e febbre. Pyrogenium viene spesso seguito dalla somministrazione di Hepar sulfur (con potenza più alta, 15-30 CH). Modalità: i sintomi peggiorano  con il freddo e l’umidità. Migliorano con il calore, in estate e nella fase iniziale del movimento.

Le cure naturali per la Pollinosi

Pubblicato il 30/08/2019 da Marta Chiappetta Lascia un commento

La pollinosi, conosciuta comunemente come “raffreddore da fieno” o rinite allergica, è la più frequente tra le allergopatie (sindromi allergiche stagionali).

È un’infiammazione, acuta o cronica, delle mucose delle alte vie respiratorie e degli occhi causata da un’anomala sensibilità ai pollini. Chi soffre di pollinosi normalmente inizia ad avvertire i primi sintomi sempre nello stesso periodo dell’anno, ovvero quello che coincide con la fase di produzione dell’allergene specifico.

In Italia la stagione dei pollini va da fine marzo ai primi di settembre, raggiungendo il picco massimo tra maggio e giugno.

Il primo importante vantaggio di una terapia naturale è l’assenza degli effetti collaterali che si presentano spesso con le cure allopatiche, come la sonnolenza e i disturbi dell’attenzione.

Chi sono i responsabili delle pollinosi

Ambrosia

I responsabili dei pollini sono le piante anemofile, cioè le piante che utilizzano il vento per diffondere il polline alle altre piante distanti. I fenomeni allergici si possono presentare anche in altri periodi dell’anno, da gennaio ad ottobre: questo avviene perché i cambiamenti climatici hanno portato a delle variazioni del ciclo di vita delle piante, con un conseguente aumento dei tempi della pollinazione.

In generale, le famiglie botaniche coinvolte sono le Composite (Ambrosia) con fioritura estivo-autunnale, le Urticacee (Parietaria) a fioritura estiva, Betulla Nocciolo e Ontano tra febbraio ed aprile e le Graminacee con fioritura da fine marzo a settembre, con un picco tra maggio e giugno.

Come si scatena la pollinosi

I pollini al microscopio – ARPAB

Chi soffre di pollinosi ha una sensibilizzazione verso quell’allergene, più precisamente verso gli antigeni che si trovano sulla superficie dei pollini. Gli antigeni innescano una reazione immunitaria e vengono prodotti particolari anticorpi, le immunoglobuline di classe E (IgE) che aderiscono alla superficie di alcune cellule liberando istamina, mediatore chimico dell’allergia.

Quando gli antigeni raggiungono le mucose degli organi colpiti, si incontrano con gli IgE e si innesca un processo infiammatorio che causa la sintomatologia propria della pollinosi.

La sensibilizzazione ad un allergene può prodursi in tutti gli individui, anche se alcuni soggetti sono maggiormente predisposti. In generale c’è una grossa componente ereditaria.

Come si manifesta la pollinosi

Infiorescenze piante enemofile

I sintomi tipici della pollinosi sono: occhi infiammati, lacrimazione, arrossamento delle congiuntive, prurito al palato, al naso, alla gola e agli occhi, insonnia, stanchezza, irrequietezza, rinorrea acquosa. Tipici della pollinosi sono gli starnuti ripetuti che si presentano all’improvviso e si protraggono anche per un paio d’ore. È presente anche una tosse stizzosa, spesso notturna, con sibili e difficoltà respiratorie. Una complicanza della pollinosi è l’asma bronchiale che colpisce il 20-30% delle persone che soffrono di raffreddore da fieno. Nei Paesi occidentali c’è stato un forte aumento delle allergie: inoltre, è emerso da numerosi studi che nello sviluppo di sintomi allergici giocano un ruolo fondamentale lo stress e gli aspetti emozionali. Il sistema immunitario è in contatto con il sistema nervoso centrale e c’è una stretta interdipendenza tra i due sistemi, che comunicano tra loro in modo preciso e reciproco. Un particolare stato emotivo può, quindi, influenzare le reazioni allergiche di un individuo. Inoltre l’ipersensibilità che è alla base della reazione allergica simboleggia, a livello psicosomatico, una vulnerabilità, un’ipersensibilità appunto, nei confronti di ambienti, relazioni ed elementi esterni.

Calendario dei pollini per pianta e mese

Esiste un trattamento naturale per la pollinosi

Il trattamento naturopatico risulta molto utile nella cura della pollinosi: i rimedi possono essere usati sia nella fase preventiva che in quella acuta. Il primo importante vantaggio di una terapia naturale è l’assenza degli effetti collaterali che si presentano spesso con le cure allopatiche, come la sonnolenza e i disturbi dell’attenzione.

Lo studio accurato di sintomi e manifestazioni è necessario per un inquadramento globale del problema allergico, che coinvolge anche l’alimentazione e lo stile di vita. Se accuratamente individuati, i rimedi scelti possono essere sufficienti per il controllo della sintomatologia e per accompagnare il soggetto allergico verso la guarigione, anche in affiancamento con le cure convenzionali. La terapia naturale aiuta a ridurre le fluttuazioni cliniche, agisce come prevenzione delle crisi e sostiene l’organismo stimolando la sua capacità di autoguarigione.

È necessario affidarsi al medico curante per la valutazione della terapia adeguata, soprattutto con il trattamento fitoterapico e gemmoterapico, per evitare sovrapposizioni fra i principi attivi delle piante e l’assunzione concomitante di altri medicinali.

Cure naturali in Omeopatia per la pollinosi

Pollens 30 CH granuli > È un composto di pollini di varie origini (fiori, arbusti, erbe ed alberi) diluiti, utile sia in fase acuta che in via preventiva per tutte le allergie che causano rinite, congiuntivite e asma. Di norma viene associato ad altri rimedi in base alla sintomatologia che prevale. Uso: per la fase acuta 5 granuli sublinguali ogni 3 ore; per la prevenzione 3 granuli sublinguali tre volte a settimana, un mese prima del periodo della pollinazione.

Allium cepa 7 – 9CH granuli > Rimedio unitario che si utilizza nei raffreddori allergici con forte infiammazione nasale e violenti attacchi di starnuti accompagnati da mal di testa. È presente rinorrea abbondante con scolo nasale irritante e acre. L’infiammazione produce secrezioni oculari non brucianti, escoriazioni diffuse sulle ali nasali e sul labbro superiore. La crisi allergica scoppia spesso nei locali chiusi e caldi, mentre migliora all’aria fresca e peggiora verso sera. Questo rimedio può essere utilizzato anche in associazione con altri complementari, sia nelle sindromi allergiche che in quelle infiammatorie. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Arsenicum album 7 – 9CH granuli > La rinite tipica di questo rimedio è caratterizzata da uno scolo nasale acquoso con starnuti, ostruzione e infiammazione. Tutto è bruciante: occhi, vie respiratorie, narici. Spesso la rinite allergica è accompagnata da manifestazioni cutanee (orticaria o eczema). Tutti i sintomi migliorano con il calore (ambiente caldo, impacchi caldi ecc.). Uso:  3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Euphrasia 5- 9CH granuli > La pollinosi di Euphrasia si accompagna ad una tipica congiuntivite con fotofobia, lacrimazione, irritazione e bruciore oculare. Al contrario di Allium, il raffreddore è meno forte e non bruciante. Tutti i sintomi peggiorano nella posizione supina. Uso:  3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Sabadilla  5CH granuli > Rimedio tipico delle riniti con scolo acquoso, lacrimazione degli occhi e dolori frontali. Caratteristica del  rimedio è il prurito del velo palatino; il soggetto allergico è costretto a grattare il palato con la lingua per alleviarlo. La rinorrea è abbondante e associata a bruciore e ostruzione delle narici; inoltre è presente un’ipersensibilità dell’olfatto. Tutti i sintomi peggiorano con il freddo e con l’odore dei fiori, mentre migliorano con il calore e le bevande calde. Uso:  3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Dulcamara 5 – 9CH granuli > Si utilizza per le rinofaringiti e le febbri da fieno che compaiono a fine estate e in autunno. Il rimedio agisce soprattutto per quelle riniti con ostruzione nasale che peggiorano il quadro sintomatologico con il clima umido e piovoso. Il soggetto ha la sensazione di avere del muco nell’ipofaringe e avverte un “raschio” in gola. I disturbi sono accompagnati da senso di freddo. La sintomatologia  peggiora con la pioggia, mentre migliora con il caldo e il movimento. Uso:  3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Nux vomica 7- 9CH granuli > Rimedio adatto quando il soggetto allergico soffre di una rinite spasmodica con starnuti a ripetizione, al risveglio o durante la giornata. Il naso è ostruito soprattutto la notte e cola abbondantemente durante il giorno. Il rimedio corrisponde ad un individuo irritabile, nervoso, impaziente, che non tollera alcun tipo di ostacolo. Uso:  3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Cure naturali in Gemmoterapia per la pollinosi

RIBES NERO  (Ribes nigrum L.)  MG  1DH > Il Ribes nero agisce al livello della corteccia surrenale e produce un effetto simile a quello dei cortisonici. Ha una spiccata azione antinfiammatoria che, tuttavia,  non comporta la gastrolesività tipica dei FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei) e dei cortisonici e derivati. Per le sindromi allergiche è il gemmoterapico d’elezione ed è impiegato per dermopatie allergiche, riniti, congiuntiviti, faringiti, laringiti, asma bronchiale, orticarie, allergie foto-indotte.

Controindicazioni: in soggetti predisposti può provocare un aumento della pressione arteriosa. La foglia di Ribes nero ha un’azione diuretica, pertanto è sconsigliata la somministrazione in associazione con diuretici per l’insufficienza cardiaca o renale. Uso:  30 gocce di MG in poca acqua da 1 a 3 volte al giorno. Assumere in gravidanza, allattamento e in associazione con altri farmaci solo dietro consiglio medico.

FAGGIO  (Fagus sylvatica L.)  MG 1 DH  > Il gemmoterapico di Faggio è un rimedio molto utilizzato nelle allergie poiché ha un’azione antistaminica che si esplica impedendo la liberazione di istamina. Le gemme del Faggio hanno anche proprietà diuretiche, per questo il rimedio è utile anche  per quei soggetti che soffrono di ritenzione idrica associata allo stato allergico. Ha un sinergismo d’azione  in affiancamento con i gemmoterapici Ribes nigrum e Ontano nero. Uso:  30 gocce di MG in poca acqua 2-3 volte al giorno. Assumere in gravidanza, allattamento e in associazione con altri farmaci solo dietro consiglio medico.

ONTANO NERO  (Alnus glutinosa L.)  MG 1 DH  > Spesso somministrato in sinergia con Ribes Nigrum, questo rimedio si utilizza per gli stati infiammatori di origine allergica con ipertrofia (aumento patologico di volume) delle mucose. Ha un’azione specifica nelle orticarie da farmaci, alimenti, punture d’insetti e piante, asma allergica. Inoltre, viene utilizzato spesso per le cefalee vascolari con componente allergica. Uso: 30 gocce di MG in poca acqua 2-3 volte al giorno. Assumere in gravidanza, allattamento e in associazione con altri farmaci solo dietro consiglio medico.

ROSA CANINA (Rosa canina L.)  MG  1 DH  > La Rosa Canina è molto utilizzata nella pollinosi perché regola la risposta immunitaria. Il rimedio ha una specifica azione antinfiammatoria nelle alterazioni delle mucose dell’apparato ORL e degli occhi.Particolarmente efficace nella prevenzione di allergie, riniti, congiuntiviti e asma su base allergica.

Controindicazioni: L’uso è sconsigliato in gravidanza e allattamento. Per il suo contenuto in vitamina C può facilitare o ostacolare l’assorbimento di alcuni farmaci. Uso:  30 gocce di MG in poca acqua 2-3 volte al giorno. Assumere solo dietro consiglio medico.

Cure naturali in Fitoterapia  per la pollinosi

ELICRISO  (Helichrysum arenarium DC.)  TM   > La pianta ha un’azione anti-allergica e cortisono-simile; si utilizza per tutte le infiammazioni di natura allergica, in particolare quelle che interessano le mucose e la cute: congiuntiviti, riniti, asma, irritazioni cutanee.  Uso:  30 gocce di TM in poca acqua da 1 a 3 volte al giorno.

Uso esterno: Oleolito in crema o emulsione al 5%

L’oleolito di Elicriso è utilizzato efficacemente nel trattamento delle dermopatie su base allergica, eczemi, psoriasi, reattività della pelle. Riduce il dolore e il bruciore, decongestiona e allevia il prurito.  Uso: Applicare sulla pelle senza frizionare.

Controindicazioni per uso esterno e interno: Evitare l’uso nelle malattie occlusive delle vie biliari, in gravidanza e allattamento. Assumere solo dietro consiglio medico.

PIANTAGGINE (Plantago major L.) TM   > Grazie alla presenza del glucoside aucubina, contenuto nelle foglie fresche, questa pianta perenne ha un’azione antiallergica e antistaminico-simile. È indicata in caso di rinite, prurito, asma allergica e bronchite asmatiforme. Uso:  30 gocce di TM in poca acqua 2-3 volte al giorno. Assumere in gravidanza, allattamento e in associazione con altri farmaci solo dietro consiglio medico.

Cure naturali in Oligoterapia per la pollinosi

MANGANESE E ZOLFO (Mn e S) oligoelementi > L’associazione di questi due elementi è molto utile nelle intossicazioni causate dalle allergie e dalle intolleranze alimentari.Il Manganese (Mn) in oligoterapia ha numerose funzioni, tra le quali quella di desensibilizzante. Questo minerale contribuisce alla costruzione delle cellule per renderle meno permeabili agli allergeni.  Lo Zolfo (S), grazie alle sue proprietà desensibilizzanti e disintossicanti, ha un’azione specifica sulle forme dermatologiche e respiratorie su base allergica, Uso: 1 fiala sublinguale al giorno di entrambi i rimedi, alternandoli. Assumere in gravidanza, allattamento e in associazione con altri farmaci solo dietro consiglio medico.

Fiori di Bach e Ipocondria

Pubblicato il 30/08/2019 da Marta Chiappetta Lascia un commento

Suddivisione delle aree addominali

Il termine ipocondria ha radici molto antiche: deriva dal greco ὑποχονδρος, ipocondrio, la regione dell’area addominale compresa tra le arcate costali e i fianchi, dove risiedono fegato e milza. La zona si estende fino all’epigastrio. Questa sede corporea “presta” il suo simbolismo all’ipocondria perché ai tempi di Ippocrate e della dottrina degli umori, l’ipocondrio veniva considerato il luogo dove risiedevano i “fumi melanconici”. Distinguere l’ipocondria da altre forme d’ansia e dall’apprensione che da essa deriva non è semplice, poiché più o meno tutte le persone che soffrono d’ansia si preoccupano in eccesso della propria salute, hanno paura della malattia e della sofferenza, sono ipersensibili e spaventate da sintomi ai quali non sanno attribuire un significato.

Che cos’è l’Ipocondria

L’ipocondria, è un vero e proprio disturbo caratterizzato da un’eccessiva, irrazionale e costante preoccupazione per il proprio stato di salute. Ciò che definisce con chiarezza questo stato è la distorsione e l’interpretazione negativa delle sensazioni fisiologiche che provengono dal corpo e che il soggetto interpreta erroneamente come sintomi di una grave malattia. Quelle maggiormente temute sono l’infarto, l’HIV, l’ictus, le infezioni croniche e il cancro. Questo disturbo colpisce in egual misura uomini e donne e può presentarsi in qualunque momento della vita, ma soprattutto nelle fasi di passaggio più delicate (ad esempio dall’adolescenza all’età adulta), nei momenti di forte stress o di cambiamenti esistenziali che il soggetto vive come una minaccia alla sua integrità: licenziamenti, promozioni, menopausa, uscita di casa dei figli, traslochi ecc.  La paura degli ipocondriaci, continua, prolungata e ossessiva, porta ad eseguire visite, indagini cliniche e accertamenti specialistici che, seppur nella norma, non generano alcuna rassicurazione. Ogni sintomo diventa il segno inequivocabile di una malattia che mette a rischio la vita. L’esordio del disturbo può essere spontaneo oppure conseguente ad eventi scatenanti (malattie gravi del soggetto stesso o di un suo caro).

Chi è il soggetto che soffre di Ipocondria

Il malato immaginario i Molièr dal film con Alberto Sordi

Il profilo  del soggetto che soffre di ipocondria è caratterizzato da scarsa attitudine all’introspezione con tendenza a sminuire, ad ignorare o a banalizzare gli aspetti, sia propri che degli altri, che riguardano la psiche. Il disturbo molto spesso ha origine nei traumi psicologici e in un vissuto di precarietà affettiva che ha portato l’ipocondriaco ad un eccessivo sbilanciamento verso l’attività mentale e ad una dedizione totale allo studio o alla carriera professionale, a scapito della dimensione interiore e dei bisogni primari (gioco, svago, erotismo, intimità).

A livello inconsapevole, il bisogno di ascolto e attenzioni che l’ipocondriaco chiede ai medici e ai suoi cari rimanda a quello primario di riconoscimento e di amore del bambino che non è stato mai accolto profondamente. Preferisce avere una grave malattia pur di non essere invisibile. Il disagio che comporta questo disturbo interferisce anche con le relazioni sociali, familiari e affettive: la costante focalizzazione sull’interpretazione dei sintomi genera  un meccanismo di solitudine emotiva e depressione che acuisce la sofferenza psichica. La fissazione sul sintomo, che sfocia nel panico, è anche alimentata dalla moltiplicazione delle conoscenze sempre più accessibili grazie all’evoluzione dei mezzi di comunicazione di massa dell’era attuale, in particolare di Internet.

Quali sono i trattamenti per l’Ipocondria

Il trattamento d’elezione per questo disturbo si struttura su due piani, uno psichico e l’altro somatico, spesso con l’ausilio di tecniche corporee. Considerare l’aspetto psicosomatico è molto importante, sia per non stravolgere il piano comunicativo che il soggetto ha “scelto”, sia  per impedire al malessere di trovare altri “canali” per esprimersi. Il rapporto con i terapeuti è estremamente conflittuale poiché l’ipocondriaco ha dentro di sé un medico immaginario che conferma continuamente le sue “diagnosi d’angoscia” e si pone in una perenne rivalità con il sapere, con il potere della medicina e di altre discipline, nonostante il bisogno esasperato di rassicurazioni. Ogni risposta ritenuta insoddisfacente, seppur supportata da risultati clinici concreti, genera una reazione di rabbia che si traduce in una critica nei confronti del terapeuta e delle soluzioni proposte e lo spostamento continuo da uno specialista ad un altro, in una spirale senza fine di esami diagnostici, controlli e richieste di opinioni.

Approccio olistico per la cura dell’Ipocondria con i Fiori di Bach

L’approccio olistico è di grande aiuto in questa tipologia di disturbo poiché  il sintomo somatico viene trattato in maniera completamente diversa rispetto alla medicina ufficiale: le terapie alternative lavorano sulle radici del malessere, stanando la dinamica disfunzionale che genera, produce e mantiene in piedi il meccanismo del disturbo. In particolare, l’utilizzo dei fiori di Bach è risultato molto utile ed efficace, soprattutto come accompagnamento della psicoterapia o di altri trattamenti. I fiori indicati per questo disturbo si focalizzano su quella parte profonda e inconscia con la quale  il soggetto non riesce ad entrare in contatto. I rimedi vengono individuati in base alle caratteristiche di personalità tipiche del quadro ipocondriaco e ai sintomi psicosomatici ma anche, e soprattutto, in base al processo emozionale disfunzionale “coperto” dalla maschera patologica. L’energia terapeutica dei fiori interviene sulla modulazione e la risoluzione dei sintomi fisici legati allo stato emotivo, che il soggetto attribuisce erroneamente a gravi malattie. Un aspetto rilevante della terapia con i fiori di Bach è l’assenza di effetti secondari e nocivi per l’organismo: questa caratteristica libera il l’ipocondriaco dai timori legati al trattamento, aumenta la fiducia e facilita lo “sblocco” emozionale.

Heather  > È il fiore d’elezione per la terapia dell’ipocondria perché rappresenta la persona che ha una fortissima fame d’amore, elemento chiave di questa patologia. Le azioni di Heather sono finalizzate ad ottenere tutta l’attenzione dell’altro su di sé attraverso un racconto incessante di problemi e preoccupazioni,  un monologo continuo: Heather pretende l’ascolto costante e totale da parte degli altri. Queste personalità, in apparenza sicure e spavalde, sono terrorizzate dalla solitudine e dall’abbandono. Caratteristica del fiore è quella di aver reciso i contatti con il Sé più profondo, altro tratto distintivo dell’ipocondriaco che non si mette in ascolto delle sue parti profonde e sposta sull’angoscia della malattia quella reale, psichica, che deriva da un vissuto di freddezza e carenze affettive. Lo stato negativo di Heather nasce dal senso di deprivazione vissuta che ora sente a livello interiore e dalla conseguente incapacità di nutrire e rassicurare se stesso.

Crab apple > Questo fiore non ama stare al centro dell’attenzione, è l’opposto di Hather; anzi, cerca di passare inosservato e prova un senso di vergogna di sé e dei propri pensieri. Il rimedio viene prescritto per l’ipocondria perché tra le sue chiavi sintomatiche c’è l’ossessione per i sintomi fisici, per la sporcizia, per i contagi e le malattie. Chi ha bisogno di questo rimedio si sente sporco, impuro, ha bisogno di purificarsi. I soggetti Crab Apple sono precisi, meticolosi, molto sensibili all’ambiente esterno. Il rapporto con il corpo è fortemente distorto perché esso diventa un contenitore della proiezione di ciò che non si riesce ad accettare internamente.  Crab Apple è “l’antibiotico” dei fiori di Bach ed è utile per liberare il corpo dalle tossine, dal catarro e in caso di intossicazioni.  È un rimedio molto utile anche nel disturbo ossessivo-compulsivo, nelle dermatiti, nelle allergie e nei problemi della sfera sessuale.

Mimulus > È il più importante rimedio per le paure e le fobie concrete e definite e si prescrive spesso agli ipocondriaci per combattere i grandi timori che lo angosciano: le malattie, il dolore, la morte. Il soggetto che corrisponde a questo fiore è timido, spaventato, ha paura di affrontare determinate situazioni, per questo tende a rimandare scelte e decisioni e si rifugia nella malattia. A differenza di Heather è taciturno, non parla delle proprie paure ma desidera l’aiuto e la compagnia dell’altro. La paura ipocondriaca di Mimulus non è una costante della sua personalità ma è legata alla sua natura fragile e apprensiva; il disturbo si scatena spesso in concomitanza con eventi e situazioni che generano timore. Il soggetto che ha bisogno di questo fiore soffre di cefalea, disturbi della vescica, sudorazione eccessiva, ansia anticipatoria e fobie specifiche (agorafobia, claustrofobia ecc.).

Willow > Il fiore è indicato per quelle persone che si sentono vittime del destino e si lamentano sempre della cattiva sorte che le perseguita. La loro frase tipica è “Non è giusto!”. Questo stato di rancore e autocommiserazione è ancora più evidente nel sintomo ipocondriaco, poiché il soggetto si sente perseguitato dagli eventi negativi e se si ammala non riconosce di avere dei miglioramenti. Willow è imbronciato, carico di rabbia  e amarezza represse, per questo si ammala frequentemente; tuttavia i sintomi di cui soffre spesso non hanno un riscontro organico. Del tratto ipocondriaco il rimedio ha, soprattutto, lo spostamento all’esterno di un disagio interiore che diventa frustrazione e spirito polemico nei confronti degli altri, ai quali attribuisce colpe e responsabilità. I disturbi più frequentemente riscontrati sono quelli intestinali, gastrici, mestruali e reumatici, asma, coliche.

Gentiam > Questo fiore si prescrive quando il soggetto è sfiduciato, scoraggiato,  pessimista ed ha aspettative negative che si confermano negli eventi sfavorevoli. Il rimedio viene prescritto nelle depressioni da cause note ed è fortemente d’aiuto nel disturbo ipocondriaco associato ad abbattimento scatenato da eventi traumatici come lutti, abbandoni, disoccupazione, separazione dei genitori, delusioni d’amore. Molto spesso, di fronte ad un malessere fisico, si demoralizzano e sono tentati di abbandonare le cure. Spesso lo scoraggiamento è anche legato a lunghe malattie che in passato il soggetto ha dovuto affrontare. A livello fisico Gentian soffre di problemi respiratori, disturbi alla schiena, fragilità capillare.

Come si assumono i Fiori di Bach

La diversa somministrazione dei rimedi dipende dalla scelta dell’approccio: nel caso di trattamento con il fiore singolo, il soggetto dovrà assumere 3-4 gocce del rimedio concentrato (Stock bottle), pure o diluite in un bicchiere d’acqua da bere a piccoli sorsi più volte al giorno;  in alternativa 6-8 gocce sciolte in mezzo litro d’acqua, da sorseggiare nell’arco della giornata e al bisogno. Nel caso di assunzione della miscela con più fiori associati (preparata in un flaconcino da 30 ml e composta da 3 gocce dei rimedi puri, acqua e brandy) la dose minima è di 4 gocce per 4 volte al giorno.

È importante ricordare che ogni soggetto corrisponde ad un singolo quadro composto da personalità, sintomi e vissuti differenti. Per questo è necessario consultare il  floriterapeuta di fiducia che imposterà il trattamento personalizzato (con le relative modalità di assunzione) attraverso la scelta dei fiori più adatti.

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Le cure naturali per l’ipertensione

Pubblicato il 28/08/2019 da Marta Chiappetta Lascia un commento

L’ipertensione è un disturbo della circolazione sanguigna che colpisce circa il 25-30% della popolazione, in particolare gli anziani, a causa della ridotta elasticità delle arterie. Il cuore, attraverso le sue pulsazioni, spinge il flusso sanguigno lungo tutto il corpo: la pressione è data dalla forza con cui il sangue viene pompato verso le pareti delle arterie (pressione arteriosa).

Come si valutano i valori pressori

La pressione si considera normale tra i 120 mm Hg di (sistolica) e 80-85 mm Hg di (diastolica). Tuttavia, questi valori possono oscillare in determinati momenti in base ad alcuni fattori, ad esempio durante l’attività fisica.  Nell’iperteso i valori sono pari o superano i 140 mm Hg di sistolica e sono pari o superano i 90 mm Hg di diastolica. La forma più diffusa di ipertensione è quella primaria  (detta anche essenziale o idiopatica) e si presenta nel 90-95% dei casi. L’ipertensione secondaria, invece,  rappresenta il 5-10%dei casi ed è causata da specifici fattori o patologie (disturbi endocrini e ormonali, malattie congenite, disturbi renali).

Scala valori pressori dell’ipertensione

Fattori che determinano l’ipertensione

La forma primaria viene definita essenziale perché non ha un’origine organica né una causa specifica,  ma deriva da diverse condizioni che ne favoriscono l’insorgenza: l’abuso di sale (contenuto in molti alimenti), una dieta ipercalorica, il fumo, il consumo di alcol, fattori genetici. Anche alcuni farmaci come la pillola anticoncezionale e i cortisonici possono generare problematiche ipertensive. Lo stile di vita dell’iperteso ha un ruolo fondamentale: stress, vita sedentaria o, al contrario, eccessivamente iperattiva, spesso associata ad alimentazione errata, tabagismo, obesità, sono le cause principali dell’ipertensione. Disturbi emotivi, ansie e preoccupazioni agiscono fortemente sulle oscillazioni della pressione, che è strettamente connessa con gli eventi vissuti dal soggetto. L’iperteso è molto sensibile agli stimoli esterni e vive in uno stato di perenne tensione psichica. Il rialzo pressorio si verifica quando emergono conflitti ed emozioni come rabbia, tensione,  agitazione, contrasti. Al contrario, stati di distensione, tranquillità e pace contribuiscono a mantenere la pressione in equilibrio.

I sintomi dell’ipertensione

Nella maggior parte dei casi, nella fase iniziale il disturbo è asintomatico; chi ne è affetto non manifesta alcun sintomo e spesso scopre di essere iperteso durante una visita medica. Paradossalmente, il soggetto avverte un accentuato vigore fisico, una falsa energia legata all’innalzamento dei valori pressori, che può trarre in inganno. Una conseguenza nota, infatti, è la sensazione di indebolimento che si avverte nella fase iniziale di una terapia con farmaci antipertensivi. In associazione al rialzo pressorio possono comparire sintomi come una forte cefalea pulsante (soprattutto al mattino), vertigini, debolezza, sudorazione, arrossamento degli occhi, acufeni, senso di calore alla testa, emorragie nasali.

L’ipertensione di per sé non è una patologia mortale ma è la causa di disturbi alla circolazione celebrale e di gravi patologie renali e cardiache.

Nell’ambito delle terapie naturali esistono molti rimedi utili per trattare l’ipertensione. Spesso vengono associati alla medicina tradizionale e hanno una funzione di sostegno. Nell’approccio naturopatico all’ipertensione  viene dato particolare rilievo allo stile di vita, agli aspetti emotivi, alle abitudini alimentari, alla vita sociale e relazionale, all’uso di farmaci e al consumo di fumo, alcol e droghe.

Cure naturali per l’ipertensione in Omeopatia

Nux vomica 30CH granuli  > È un rimedio indicato per il soggetto collerico, sedentario, che soffre d’insonnia , tende ad abusare di alcol e cibi pesanti, è un grande fumatore e conduce una vita stressante e iperattiva.  E’ presente un aumento evidente di colesterolo e trigliceridi nel sangue. Soni tipici del rimedio i disturbi allo  stomaco, acidità gastrica, stipsi. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Baryta carbonica 30CH granuli > La Baryta è indicata per l’ipertensione degli anziani che lamentano perdita della memoria e del senso di orientamento, ansie e paure forti, soprattutto quella di non guarire dalle malattie. E’ utile nel trattamento dei soggetti con aterosclerosi. L’ipertensione si associa a cefalee, paralisi omolaterale, sudorazione, forti vertigini, acufeni. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Aurum metallicum 30CH granuli > È uno dei rimedi omeopatici di elezione per l’ipertensione perché presenta grossa parte dei sintomi emotivi che caratterizzano questa patologia. Aurum è un soggetto collerico, ipersensibile a tutti gli stimoli (fisici e psichici), soffre di depressione, ha pensieri suicidi. Durante le crisi presenta un viso rosso e congestionato, forti palpitazioni, gonfiore gastrico, vampate di calore al capo. Caratteristica del rimedio è la sensazione che il cuore si fermi all’improvviso. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Ignatia amara 30CH granuli >  Ansiolitico omeopatico per eccellenza, è indicato quando lo stato emotivo che alterna momenti di tristezza e di euforia, fa oscillare la pressione. Sono presenti sintomi tipici come senso di oppressione, gonfiore gastrico, nausea, tremori e contrazioni. È utile in caso di profondi stress emotivi, traumi affettivi, delusioni sentimentali o lavorative. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Aconitum napellus 7-9 CH granuli > È un rimedio utile per le crisi ipertensive violente e improvvise. Il soggetto ha il viso congestionato, un’ansia fortissima, agitazione e paura della morte, palpitazioni, formicolii e intorpidimento, senso di oppressione, fitte toraciche. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Glonoinum 9CH granuli > È un rimedio utile nei disordini circolatori improvvisi, quando le crisi violente sono accompagnate da tachicardia, vertigini, cefalea acuta che migliora premendo il capo. Il soggetto è confuso, fortemente spaventato. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Sulphur  5 – 9CH granuli > Si utilizza per una forma di ipertensione spasmodica che alterna altri sintomi oltre all’ipertensione come  problemi cutanei o asma. È indicato nelle persone robuste, calorose che soffrono di gonfiore addominale e pesantezza delle gambe. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Lachesis 9CH granuli > Lachesis èIndicato per idisturbi ormonali ed emotivi che caratterizzano la menopausa e che causano spesso ipertensione nel sesso femminile. La donna Lachesis  è calorosa,  molto loquace, eccitata, ansiosa, fortemente gelosa. Spesso soffre di disturbi cardiaci  con vampate di calore, palpitazioni, tensione al torace. Uso: 3 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

Cure naturali per l’ipertensione in Gemmoterapia

BIANCOSPINO (Crataegus oxyacantha L.)  MG  1DH > Il biancospino in gemmoterapia rappresenta il rimedio ha un’azione ansiolitica, sedativa e calmante del sistema nervoso e si utilizza nell’ipertensione con componente emotiva e nei disturbi del sonno. Il Biancospino viene chiamato “la valeriana del cuore” poiché agisce in caso disturbi cardiaci come aritmie, extrasistoli, palpitazioni, cardiopatie senili, cardioplamo. Uso:  30 – 40 gocce di MG in poca acqua 1-3 volte al giorno.

Controindicazioni ed effetti collaterali: Dosi elevate causano disturbi gastrici e diarrea. Il Biancospino interagisce con i derivati digitalici e aumenta l’azione bradicardica (rallentamento del battito cardiaco) dei beta-bloccanti. Se ne sconsiglia l’uso durante la guida poiché provoca un calo dell’attenzione. Assumere in gravidanza, allattamento e in associazione con altri farmaci solo dietro consiglio medico.

OLIVO (Olea europea L.) MG 1DH > L’olivo è indicato nell’ipertensione arteriosa modesta, ipercolesterolemia, aterosclerosi. Ha un’azione ipotensiva e ipoglicemizzante. Le foglie vengono utilizzate con successo per l’oscillazione della pressione sanguigna e per le palpitazioni.Uso:  20 – 40 gocce di MG in poca acqua 2-3 volte al giorno.Effetti collaterali: In soggetti predisposti può provocare irritazione gastrica. Assumere dopo i pasti.Utilizzare in gravidanza, allattamento e in associazione con altri farmaci solo dietro consiglio medico.

TIGLIO  (Tilia tomentosa Scopoli) MG 1DH > Questa pianta è utilizzata con successo nell’ipertensione arteriosa di origine nervosa che si manifesta con disturbi neurovegetativi.  Ha un’azione benzodiazepino-simile, è indicata per gli stati ansiosi, insonnia, distonie neurovegetative, ansia con somatizzazione a livello dell’apparato gastrointestinale (colite, gastrite), disturbi cardiaci e circolatori.  Uso:  20 – 40 gocce di MG in poca acqua 1-3 volte al giorno.

Effetti collaterali: In alcuni soggetti può provocare “effetto paradosso” (causa eccitabilità). In tal caso ridurre la posologia o sospendere la terapia. Assumere in gravidanza, allattamento e in associazione con altri farmaci solo dietro consiglio medico.

Cure naturali per l’ipertensione in Fitoterapia

AGLIO (Allium sativum L)  estratto secco e TM > È una pianta conosciuta fin dai tempi più antichi per il suo potere terapeutico. È un anticoagulante, ipotensivo, vasodilatatore periferico, antipertensivo: l’aglio abbassa il tasso di colesterolo, regola la fluidità del sangue e fa diminuire la pressione sanguigna. Uso:  20 – 40 gocce di TM in poca acqua 2-3 volte al giorno. Estratto secco:  6 mg per ciascuna dose 1 volta al giorno.

Controindicazioni ed effetti collaterali: Non somministrare in gravidanza e allattamento. Può provocare reazioni allergiche, disturbi gastrointestinali, ipotensione, intolleranza all’odore e al sapore. I principi attivi della pianta interferiscono con farmaci anticoagulanti orali e con gli inibitori dell’aggregazione piastrinica. Assumere solo dietro consiglio medico.

GINKO (Ginko biloba L.) estratto secco e TM > È una pianta ricca di antiossidanti, previene le cardiopatie ischemiche e l’aterosclerosi. Si utilizza per l’ipertensione arteriosa associata a cefalea, vertigini, ronzii auricolari, perdita della memoria. È impiegata efficacemente  nel trattamento della demenza senile. Uso:  20 – 40 gocce di TM in poca acqua 1-3 volte al giorno lontano dai pasti. Estratto secco: da 20 a 30 mg per ciascuna dose 3 volte al giorno. L’assunzione pomeridiana o serale può provocare insonnia.

Controindicazioni ed effetti collaterali: Non somministrare in gravidanza, allattamento e durante le mestruazioni. Può provocare allergie, disturbi gastrointestinali, cefalea, irritabilità, insonnia, diarrea. Non utilizzare in associazione con farmaci anticoagulanti, antiaggreganti, steroidi, contraccettivi orali, ansiolitici, antidepressivi. Non associare ad aglio, salice e vitamina E.  Assumere solo dietro consiglio medico.

Cure naturali per l’ipertensione in Oligoterapia

MANGANESE (Mn) oligoelemento > È unOligoelemento indicato per tutte le manifestazioni indotte da un’eccessiva reattività: allergie, ipertensione, palpitazioni. Ha anche un’azione ipoglicemizzante. A livello comportamentale presenta iperattività, forte emotività, agitazione. Uso:  1 fiala 3 volte alla settimana per tre mesi.

Cure naturali per l’ipertensione con i Sali di Schûssler

Kalium phosphoricum  D6  > Rimedio indicato per le cellule celebrali e nervose e per fluidificare il sangue. A livello psichico si utilizza per le sindromi ansioso-depressive con abbattimento, angoscia, debolezza della memoria.

Uso: 1 o 2 compresse sublinguali, 2 o 3 volte al dì.

Nutraceutica e corretta alimentazione

Nell’ipertensione la dieta e lo stile di vita sono fondamentali. È necessario ridurre alimenti come sale, formaggi stagionati, insaccati, dadi da brodo, latte, yogurt, burro, carni rosse, alcolici e bevande stimolanti (caffè, tè, guaranà e bibite energizzanti). L’alimentazione deve essere ricca di cereali integrali, legumi, frutta e verdura di stagione (naturalmente ricchi di potassio e poveri di sodio) soia, noci, pesci come sgombro e salmone che contengono  acidi grassi essenziali (Omega-3),utili per ridurre il colesterolo LDL. È fondamentale bere acque minerali naturali ricche in magnesio, evitare il fumo e il consumo di alcol, utilizzare con prudenza farmaci che influiscono sull’ipertensione e associare all’alimentazione sana e povera di sodio una regolare attività fisica. L’iperteso dovrebbe limitare il più possibile i forti stati di stress, condizione in cui avviene un rilascio di adrenalina nell’organismo con conseguente aumento della frequenza cardiaca e innalzamento della pressione.

Alimenti da evitare e alimenti consigliati per l’ipertensione
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