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Rimedi Naturali

Assenzio (Artemisia absintium L.)

Pubblicato il 24/08/2020 da Rocco Carbone Lascia un commento

Descrizione

Artemisia absintium L.

Pianta erbacea perenne, alta da 20 a 130 cm, provvista di rizoma sotterraneo ramoso e duro.

Le foglie divise in lobi acuti, sono di color verde-grigio nella parte superiore e chiare nella parte inferiore per la presenza di  peluria.

Produce un’infiorescenza a pannocchia composta piramidata, formata da numerosissimi capolini emisferici gialli.

I frutti sono dei piccolissimi acheni, fiorisce da luglio a settembre.

Secondo la tradizione, il nome artemisia deriva da Artemide dea della caccia e protettrice delle piante medicinali con proprietà utili all’organismo femminile, secondo altri deriva dal nome Artemisia, moglie di Mausolo e regina della Caria.

L’estratto di assenzio è usato nel vermut, noto liquore aperitivo sti­mo­lante l’appetito.

Droga utilizzata: foglie e sommità fiorite.

Cosa contiene

Olio essenziale (cadinene, camazulene, fellandrene, mircene, pinene, sabinene, tujone). Alcool Tujlico. Glucosidi amari (absintina, anabsintina ed artemisia). Sali di potassio e manganese. 

Olio essenziale inclusi ai sesquiterpene, lattoni e tujone, contiene due principali amari di natura glucosidica: l’absintina e l’anabsintina. L’ α-tujone e  β-tujone, sono monoterpeni, presenti nell’olio essenziale e nelle porzioni aeree dell’Artemisia absinthium.

Il tujone è un chetone e un terpenoide che esiste in due forme stereoisomere: α-tujone e  β-tujone. Presenta un odore di mentolo. Si trova nell’assenzio in modeste quantità e nel tanaceto.

A cosa serve

Peoprietà amaro-toniche, eupeptiche, digestive. Vermifughe. Emmenagoghe.

Utile rimedio dell’atonia gastrointestinale, flatulenza e spasmi gastrici.

Come funziona

Amaro aromatico stimola la secrezione cloropeptica, ha un’azione antispasmodica.

Come si prende

Infuso: 2 o 3 g in 200 ml di acqua.

Polvere: 1 g pro dose, 2 o 3 volte al dì. 

Tintura F.U.: 20 gtt pro dose, prima dei pasti, 2 volte al dì.

Estratto fluido: 20 gtt pro dose, 3 volte al dì

Estratto secco: 100 mg pro dose, 3 o 4 volte al dì.

Olio essenziale: 2-3 gtt pro dose 2 o 3 volte al dì.

Avvertenze d’uso

Effetti collaterali

L’abuso di Assenzio, in particolare le forme idroalcooliche, possono provocare eccitazione del S.N.C. con convulsioni.

Controindicazioni

Non somministrare in gravidanza e durante l’allattamento, rende amaro il latte. Non somministrare in casi di gastrite ed ulcera.

Raccomandazioni

Attenersi alle dosi indicate.

Il Ministero della Salute (Circolare n. 2 del 25 novembre 2004, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 302 del 27 dicembre 2004) ha inserito l’olio dell’Artemisia absinthium L. in una lista degli estratti vegetali non ammessi negli integratori alimentari. La capitula, l’herba c. floribus e il folium dell’Artemisia absinthium L. invece, sono state inserite nella lista degli estratti vegetali ammessi negli integratori alimentari.

Riferimenti ufficiali

F.U.  IX Ed. 1991, Ph. Fr. X.

Riferimenti bibliografici

Carbone R. Planta medicamentum naturae – Aromaterapia, gemmoterapia e fitoterapia, Dibuono edizioni   srl, Villa d’Agri  (PZ),  nuova edizione 2008.

Asparago (Asparagus officinalis L.)

Pubblicato il 24/08/2020 da Rocco Carbone Lascia un commento

Descrizione

Asparagus officinalis L.

L’asparago è una pianta erbacea della famiglia delle Liliacee. Originariamente coltivata  in Egitto, in Grecia e nel Medio Oriente.

Ha un  rizoma corto e grosso, dal quale spuntano germogli commestibili, denominati turioni.

Le foglie vere sono ridotte a piccole squame spinose. I fiori di colore bianco-verde, sono piccoli e solitari. Il frutto è una bacca.

È stato utilizzato fin dall’antichità nella calcolosi renale, già Galeno lo consigliava per la sua attività diuretica.

Ha un odore caratteristico di orina, dovuto alla presenza di  metilmercaptano.

Droga utilizzata: rizoma e radice.

Cosa contiene

Principi amari della radice (inulina, officinalismine). Acidi solforati dei turioni (acido asparagusico, diidroasparagusico, acetildiidroasparagusico). Saponine (sarsapogenine).

Glucosidi (asparagosidi). Flavonoidi. Arginina. Proteine. I principi attivi più rilevanti sono: asparagina e rutina. L’asparagina è un amminoacido polare e non essenziale. È una molecola chirale. La rutina comunemente nota anche come rutoside o oxerutina ed è un glicoside flavonoico.

A cosa serve

Azione diuretica, disintossicante, depurativa e ipotensiva.

Utlile rimedio per la ritenzione idrica ed edema.

Usato per le cistiti, calcolosi renale, iperuricemia e gotta.

Come funziona

Una piccola quantità di saponine eliminate per via renale, provoca irritazione dell’epitelio renale e un aumento del numero di minzioni con eliminazione di cloro con odore caratteristico dovuto all’asparagina.

Come si usa

Decotto: 60 g di radice, in 500 ml di acqua, da bere nella giornata.

Estratto fluido: 2 g pro dose, 2 volte al dì.

Tintura F.U.: 5 g pro dose, 2 volte al dì.

Tintura madre: da 30 a 50 gtt, 2 o 3 volte al dì.

Avvertenze d’uso

Controindicazioni

Nefriti ed edemi dovuti a ridotta funzionalità cardiaca.

Effetti collaterali

Rare eruzioni cutanee di tipo allergico, irritazione sul glomerulo filtrante.

Raccomandazioni

Non somministrare a paziente con disturbi renali. Si raccomanda una dieta iposodica.

Riferimenti ufficiali

Ph. Fr. X.

Riferimenti bibliografici

Carbone R. Planta medicamentum naturae – Aromaterapia, gemmoterapia e fitoterapia, Dibuono edizioni   srl, Villa d’Agri  (PZ),  nuova edizione 2008.

Artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens DC.)

Pubblicato il 24/08/2020 da Rocco Carbone Lascia un commento

Descrizione

Harpagophytum procumbens DC.

È una pianta originaria dell’Africa meridionale e in particolare del Sud Africa, Namibia e Botswana.

Cresce sui suoli ricchi di ossido di ferro delle savane semidesertiche.

Utilizzata dagli indigeni come amaro tonico per curare le febbri e i disturbi digestivi.

È una pianta erbacea con foglie frastagliate e opposte. Sulle cui ascelle s’inseriscono i fiori di colore rosso acceso.

Il frutto, dopo la fecondazione, diventa legnoso e con escrescenze uncinate.

La radice è fitto-nodosa. Il nome deriva dal greco harpago, uncino, che richiama la forma dei frutti che spono dotati di artigli e con i quali si attaccano alle zampe pelose degli animali. E da procumbens, giacere disteso, in riferimento alla posizione della pianta distesa sul terreno.

Droga utilizzata: radici secondarie laterali tuberizzate.

Cosa contiene

Glucosidi monoterpenici iridoidi (arpagoside, arpagide, procumbide).  Zuccheri (raffinosio). Aminoacidi. Steroli. Acido cinnamico. Triterpeni e polifenoli. 

A cosa serve

Ha proprietà antinfiammatorie, antiflogistiche, è un blando analgesico, antireumatico e spasmolitico. Utile nelle affezioni dei legamenti e delle articolazioni: tendiniti, fibromiositi e periartriti.

Antinfiammatorio e analgesico con particolare tropismo per l’apparato osteoarticolare.

Dolori di schiena e patologie degenerative dell´apparato osteoarticolare.

Inappetenza e dispepsie, coleretico, ipocolesterolemizzante.Come funziona

Come funziona

Il meccanismo d’azione di questa pianta sembra sia diverso da quello dei FANS. Ed è controversa l´ipotesi di un coinvolgimento della cascata dell´acido arachidonico. La sperimentazione farmacologica ha dimostrato che il fitocomplesso nel suo insieme possiede maggiore efficacia dei singoli principi attivi (iridosidi: arpagoside e arpagide).

Come si prende

Decotto o infuso: 10 g in 200 ml di acqua,  2 o 3 volte al dì.

Estratto secco: 400 mg pro dose, 2 volte al dì. 

Polvere: 1 g  pro dose, 3 volte al dì.

Tintura madre: da 30 a 50 gtt, 2 o 3 volte al dì.  

Avvertenze d’uso

Controindicazioni

In pazienti affetti da ulcera gastrica e duodenale. In gravidanza per la sua azione oxitocica ed in allattamento per i principi amari.

Effetti collaterali

Il sapore amaro può determinare talvolta nausea con dolori di stomaco. Alte dosi possono avere effetto lassativo.

Interazioni

Potrebbe potenziare l’effetto dei farmaci antiaritmici e anticoagulanti quali il warfarin.

Raccomandazioni

Assumere a stomaco pieno, seguire cicli terapeutici di due mesi alternati da periodi di pausa. È sconsigliato la somministrazione in bambini al di sotto dei dodici anni.

Riferimenti ufficiali

F.U. IX Ed. 1991, F.U. X Ed. 1998, ESCOP fascicule 2.

Riferimenti bibliografici

Carbone R. Planta medicamentum naturae – Aromaterapia, gemmoterapia e fitoterapia, Dibuono edizioni   srl, Villa d’Agri  (PZ),  nuova edizione 2008.

Arnica (Arnica montana L.)

Pubblicato il 24/08/2020 da Rocco Carbone Lascia un commento

Descrizione

(Arnica montana L.)

Pianta perenne, diffusa in Europa, in alta e mezza montagna. Cresce su terreni e pascoli acidi delle Alpi e dell’Appennino settentrionale, da 1000 a 2800 metri di altitudine. Si annoverano una trentina di specie.

Si sviluppa da un rizoma strisciante, dopo il primo anno spunta una rosetta di foglie basali ovali-lanceolate, aderenti al suolo (da qui il nome di Piantaggine delle alpi).

Il secondo anno si sviluppa un fusto floreale semplice, leggermente peloso, alto circa 50-60 cm. Su di questo si forma un grosso fiore giallo-arancio, ed in basso, all’ascella di due brattee opposte, si formano altri due fiori piccoli.

Tutta la pianta possiede un piacevole odore aromatico.

Conosciuta nell’antichità come panacea lapsorum, panacea dei traumi. Il nome deriva dal greco ptarmike, starnutire, in relazione all’effetto delle foglie. È comunemente utilizzate al posto del tabacco dalle popolazioni montane (tabacco dei Vosgi).

Droga utilizzata: radice essiccata e polverizzata.

Cosa contiene

Alcoli triterpenici (arnidiolo, feradiolo). Polifenoli (acido caffeico, acido clorogenico). Idrocarburi terpenici.

Lattoni sesquiterpenici (arnifolina, elenalina). Olio essenziale (carnicina, isoquercitina). Flavonoidi e tannini.

I lattoni sesquiterpenici, in particolare elenalina, diidroelenalina e loro esteri acetati, isobutirrati, tigliati, e isovalerati, sono composti altamente tossici.

A cosa serve

La tradizione attribuisce all’arnica proprietà antinfiammatorie e analgesiche.

Ritenuto il rimedio principale del trauma, utile nell’ecchimosi ed edemi conseguenti a contusioni, fratture, strappi muscolari  e slogature. 

È un rimedio di utile impiego per le contusioni,   schiacciamenti, distorsioni, ematomi, nevralgie e mialgie in generale, sciatica, varici, dolori reumatici.

Microtraumi, foruncoli, geloni, diatesi   emorragica, emorragie della retina.

Come funziona

L’azione antiflogistica e analgesica è dovuta al lattone sesquiterpenico che agisce riducendo edemi e dolori di origine infiammatoria con buona azione antisettica.

I flavonoidi e gli oli eterici svolgono effetti sinergici che permettono al fitocomplesso di agire con la massima efficacia.

Come si prende

Estratti fluido: 30 gtt pro dose, 2 o 3 volte al dì.

Tintura madre: diluita (1: 20), da 30 a 50 gtt pro dose, 2 o 3 volte al dì.

Per uso esterno. pomata dal 10 al 20% di tintura madre oppure al 10% di oleolito da applicare sulla parte contusa.

Avvertenze d’uso

Controindicazioni

Controindicata in soggetti allergici al fiore di Arnica o alle altre specie appartenenti alla famiglia delle Compositae.

Effetti collaterali

In seguito ad applicazioni troppo elevate o prolungate nel tempo, si può verificare prurito, irritazione della pelle o dermatite da contatto. Dosaggi elevati, per uso interno, provocano un aumento delle transaminasi.

Raccomandazioni

Si raccomanda di prediligere l’impiego solo per uso esterno. Non applicare su ferite o abrasioni.

Riferimenti ufficiali

F.U.  IX Ed. 1991, F. U.  XI Ed. 2002, Farmacopea Europea IV Ed. 1998/1999, ESCOP fascicule 4.

Rifermenti bibliografici

Carbone R. Planta medicamentum naturae – Aromaterapia, gemmoterapia e fitoterapia, Dibuono edizioni   srl, Villa d’Agri  (PZ),  nuova edizione 2008.

Arancio amaro (Citrus aurantium L.)

Pubblicato il 24/08/2020 da Rocco Carbone Lascia un commento

Descrizione

(Citrus aurantium  L., Osbeck)

È una pianta legnosa, originaria dell’Himalaya, le dimensioni variano da piccolo arbusto ad albero alto fino a 5 m, coltivata in tutta l’area mediterranea.

il frutto è una bacca denominata esperidio, il cui pericarpo è costituito dall’epicarpo, di colore giallo e dalla superficie rugosa, a buccia di arancia, dove alloggiano le cellule delle essenze ed i flavonoidi amari.

I fiori sono bianchi e profumati; I fiori e le foglie si raccolgono separatamente, al momento della fioritura, dalla scorza del frutto verde, non ancora maturo, si preparano gli oli essenziali.

Costituisce l’ingrediente di base dell’acqua di colonia, unitamente agli oli essenziali di bergamotto e citronella.

Droga utilizzata: fiori, bucce e foglie.

Cosa contiene

L’olio essenziale contentiene: terpeni di cui limonene (60-95%), aldeidi di cui citrale, decanale e furanocumarine di cui limettina, bergaptene, xantiletina, xantossiletina. Metilantralinato, terpineolo. Cumararine e furocumarine.

La concreta ottenuta dai fiori forma l’essenza di Neroli, mentre dalle foglie la Petit Grain.

Ammine simpaticomimetiche (sinefrina, octopamina).

Bioflavonoidi (neoesperidina, naringina, esperidina). Flavonoidi (tangeretina, nobiletina, sinensetina, auranetina, rutine).

Il D-limonene è una sostanza comune nella produzione di prodotti cosmetici e dei dentifrici.

A cosa serve

Amaro e digestivo, dispepsia atonica gastrica, antispasmodico gastrico.

Coadiuvante nei trattamenti dietetici dell’obesità in soggetti carbonici e ipostenici, utile per smobilizzare i grassi di deposito. Antiastenico e antifatica. 

Stimolante anabolico.

Come funziona

Amaro aromatico, stimola la secrezione cloropeptica sia per il sapore percepito dalle papille gustative della lingua, sia per il contatto degli oli essenziali sulla mucosa gastrica.

La sinefrina è un’ammina simpaticomimetica ad attività termogenica, stimola in modo selettivo i recettori beta-3. diffusi nel tessuto adiposo e nel fegato.

La sinefrina provoca il rilascio di adrenalina e noradrenalina senza intervenire sulle altre classi di recettori adrenergici, (alfa-1 e alfa-2, beta-1 e beta-2.),  aumentando la termogenesi lipidica. 

Il risultato quindi è una stimolazione diretta dei processi di lipolisi degli adipociti di  deposito nel tessuto adiposo.

Come si usa

Infuso: 10 g in 200 ml di acqua.

Polvere: 1 g pro dose, 2 o 3 volte al dì.

Estratto fluido: 20 gtt pro dose, 2 o 3 volte al dì.

Tintura madre: da 30 a 50 gtt pro dose, 3 volte al dì.           

Avvertenze d’uso

Controindicazioni

Sconsigliato ai sofferenti di gastrite e ulcera. Si sconsiglia l’uso del prodotto in gravidanza, durante l’allattamento e in bambini al di sotto dei 12 anni.

Interazioni

L’arancio amaro può avere interazioni serie con farmaci come le statine in modo simile al lungo elenco di interazioni tra pompelmo e farmaci[1].

Raccomandazioni

Evitare l’esposizione al sole: può essere fotosensibilizzante.

La Circolare del Ministero della Salute n. 3, del 18 luglio 2002, G.U. n. 188 del 12 agosto 2002, recita: “L’apporto giornaliero di sinefrina con le quantità d’uso indicate non deve essere superiore a 30 mg corrispondenti a circa 800 mg di citrus aurantium con un titolo del 4% di tale sostanza”.Non superare la dose giornaliera consigliata.

In presenza di cardio-vasculopatie e/o ipertensione, prima di assumere il prodotto, consultare il medico.

Si sconsiglia l’uso del prodotto in gravidanza, durante l’allattamento e in bambini al di sotto dei 12 anni.

[1] Mayo clinic: articolo sull’interferenza tra pompelmo e farmaci

Stohs SJ, Preuss HG, Shara M (agosto 2012). “Una revisione degli studi clinici sull’uomo che coinvolgono l’estratto di Citrus aurantium (arancia amara) e il suo protoalcaloide primario p-sinefrina” . Int J Med Sci . 9 (7): 527–538. doi : 10.7150 / ijms.4446 . PMC  3444973 . PMID  22991491

Riferimenti ufficiali: F.U.  IX Ed. 1991, F.U. X Ed. 1998, F. U.  XI Ed. 2002, Farmacopea Europea IV Ed. 1998/1999.  

Riferimenti bibliografici:

Carbone R. Planta medicamentum naturae – Aromaterapia, gemmoterapia e fitoterapia, Dibuono edizioni   srl, Villa d’Agri  (PZ),  nuova edizione 2008.

Anice verde (Pimpinella anisum L.)

Pubblicato il 24/08/2020 da Rocco Carbone Lascia un commento

Descrizione

Pimpinella anisum L.

Pianta di origine orientale, proveniente dal Medio Oriente e dalla Grecia, diffusa nel bacino del Mediterraneo.

È una pianta erbacea annuale, con stelo ramoso, pubescente, alto da 50 a 80 cm.

Le foglie sono di colore bianco-verdastre alterne e ripartite in foglioline, divise in strisce sottili.

I fiori sono raggruppati in ombrelle a 8 o 15 raggi, piccoli e bianchi. I frutti sono 2 mericarpi attaccati ovoidali, lunghi 3 o 4 mm, di colore grigio-verdastri, profumati e dal sapore dolce e piccante insieme.

Descritta da Ippocrate per eliminare il muco dal sistema respiratorio e da Plinio per favorire la digestione e contro il meteorismo.

Droga utilizzata: frutto (chiamato impropriamente seme).

Cosa contiene

Olio essenziale (anetolo,  α-pinene, limonene, metilcavicolo, anisochetone, anisaldeide). Cumarine e furocumarine. Flavonoidi. Fitosteroli. Alcol triterpenici.

L’anetolo è un composto aromatico ampiamente diffuso in natura, negli oli essenziali. Costituisce il  caratteristico dell’aneto, dell’anice e del finocchio.

A cosa serve

Pianta aromatizzante, carminativa e digestiva.

Utilizzata nel trattamento sintomatico delle turbe digestive con sensazione di gonfiore a livello addominale. Insufficienza digestiva, eruttazioni e flatulenza.

Coadiuvante nella terapia del colon irritabile.

Dispepsie, spasmi del tubo digerente, meteorismo, gastralgie e coliche. Aumenta la secrezione lattea.

Come funziona

Stimola la secrezione gastrica, favorisce una migliore digestione, svolgendo un’azione carminativa ed antifermentativa intestinale.

Possiede azione antibatterica e antimicotica, contro parecchi germi, in particolare Staphylococcus aureus, Clostridium sporogenes, Proteus vulgaris, Escherichia coli, Alcaligenaes faecalis e Flavobacterium suaveolens.

Come si usa

Infuso: 4 g in 200 ml di acqua dopo i pasti principali.

Estratto secco: 200 mg pro dose, 2 o 3 volte al dì.

Estratto fluido: 20 gtt pro dose, 3 volte al dì.

Tintura F.U.: da 30 a 40 gtt pro dose, 3 volte al dì.

Olio essenziale: 3-5 gtt pro dose, 3 volte al dì.

Avvertenze d’uso

Controindicazioni. l’essenza di anice pura, a dosi elevate, può manifestare effetti convulsivi.

Effetti collaterali: si possono avere occasionalmente reazioni allergiche cutanee fotosensibilizzanti, dovute alla presenza di furocumarine. Disturbi gastrointestinali. Un dosaggio elevato può provocare rilassamento muscolare, analgesia, sonno, tremori, ebbrezza, congestione cerebrale e convulsioni.

Raccomandazioni: soggetti con nota sensibilità all’anetolo dovrebbero evitare l’uso dei semi di anice. Evitare cibi flatulenti: legumi, mollica di pane, castagne, ecc.

Riferimenti ufficiali

F.U.  IX Ed. 1991, F.U.  X Ed. 1998, ESCOP fascicule 3.

Riferimenti bibliografici

Carbone R. Planta medicamentum naturae – Aromaterapia, gemmoterapia e fitoterapia, Dibuono edizioni   srl, Villa d’Agri  (PZ),  nuova edizione 2008.

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