le Bioterapie in medicina naturale

Per bioterapia s’intende una terapia che utilizza come materia prima terapeutica, prodotti di derivazione microbica biologica. Nasce in Francia ed è riportata nella Farmacopea francese del 1983 (X edizione), con la seguente definizione: “I Bioterapici sono rimedi ottenuti a partire da prodotti di origine microbica chimicamente non definiti, da secrezioni od escrezioni patologiche. Non sono mai ottenuti da tessuti animali o vegetali né da allergeni”.

Cosa sono le Bioterapie

Il concetto di bioterapie viene, successivamente, ripreso ed esteso a tutte le terapie che impiegano rimedi vibrazionali diluiti e dinamizzati dal Dott. Max Tétau, medico omeopata francese, ideatore, delle bioterapie innovative ampiamente utilizzate nella pratica clinica. Secondo il concetto di bioterapie, in questa categoria sono annoverate tutte le cure naturali che utilizzano i rimedi di origine naturale vegetale, animale e minerale che vengono preparati col metodo della diluizione e dinamizzazione, dando origine alle seguenti branche: isopatia o isoterapia, litoterapia dechelatrice, oligoterapia, organoterapia, omeopatia, omeosinergia, sali di Schûssler e gemmoterapia o meristemoterapia. Tutti i rimedi utilizzati in queste discipline sono classificati nella Farmacopea Ufficiale nel capitolo della monografia delle preparazioni omeopatiche.

I fautori dell’Isoterapia

Isoterapia

Il termine Isoterapia  deriva dal greco isos, identico, si basa sul principio dell’uguaglianza: “Aequalia aequalibus curentur” o legge d’identità. Fu Wilhelm Lux, nato in Slesia nel 1776, veterinario, professore di Scienze Veterinarie fin dal 1806 all’università di Leipzig, a coniare, tra il 1831 e il 1833, il termine isopatia. A partire dal 1820 conobbe gli scritti di Hahnemann ed applicò il nuovo metodo in medicina veterinaria, divenendo un diffusore appassionato dell’omeopatia veterinaria. Lux definisce l’Isoterapia un metodo terapeutico che segue il principio d’identità: Aequalia aequalibus curentur, secondo il quale una sostanza infettante, diluita e dinamizzata secondo la prassi omeopatica, è in grado di guarire la stessa malattia contagiosa che essa provoca. L’Isoterapia è menzionata nelle ultime edizioni dell’Organon di Hahnemann, utilizza rimedi omeopatici unitari derivati da sostanze che hanno provocato lo stato patologico; Wilhelm Lux osservò che applicando la tecnica di diluizione e dinamizzazione omeopatica ad un derivato organico infettivo (batterio, virus, escrezioni o secrezioni di materiale organico infetti), quest’ultimo acquista azione terapeutica sulla malattia risultata dal contagio. In realtà, i principi che stanno alla base dell’isopatia hanno radici molto più antiche della stessa omeopatia. Infatti, popoli primitivi s’immunizzavano contro l’effetto di veleni animali e vegetali, con inoculazioni ripetute di piccole quantità di veleni dagli apparati veleniferi dei serpenti; o dal succo delle piante velenose. In Estremo Oriente, i Cinesi praticavano la vaiolizzazione preventiva indossando i vestiti di malati in piena fase di suppurazione, oppure le pustole essiccate e conservate per un anno venivano in seguito inalate. Dopo una prima espansione, il nuovo metodo, per via dell’origine dei medicamenti, andò incontro a forti critiche, anche tra gli stessi assertori dell’omeopatia, tanto da portare l’isopatia in una fase di declino e abbandono per parecchi anni. Successivamente, grazie agli studi e interessamenti di padre Denys Collet, medico e religioso dell’Ordine Domenicano. Nel 1865, testimone di una guarigione omeopatica, cominciò ad occuparsi e ad approfondire l’isopatia e dopo decenni di pratica pubblicò il suo libro “Isopathie, Méthode Pasteur par Voie Interne”. Collet definì i tre principali metodi di guarigione: l’allopatia, l’omeopatia e l’isopatia, tutte utili e necessarie in terapia in funzione delle indicazioni cliniche e che ogni buon medico deve poter offrire al paziente. Inoltre, distinse l’Isopatia in tre livelli:

Isopatia pura: usa prodotti di secrezione di un malato per guarire la stessa malattia.

Isopatia organica: cura gli organi malati con derivati dinamizzati da organi sani.

Isopatia sieroterapica o sieroterapia:  diluizione di siero iperimmune).

Definizione di nosode

Costantin Hering

Spesso si crea confusione tra Bioterapia e Isoterapia; l’elemento limite che distingue le due discipline è rappresentato dal concetto di nosode . Per primo a parlare di nosode fu Costantin Hering, intendendo per nosode un medicamento preparato in diluizioni omeopatiche estratto da escrezioni o secrezioni patologiche, di origine umana o animale. Invece, secondo Wilhelm Lux il nosode in Isoterapia è una sostanza infettante, diluita e dinamizzata secondo la prassi omeopatica, ricavata da escrezioni o secrezioni patologiche dello stesso malato, in grado di guarire la stessa malattia contagiosa che provoca. Quindi, il nosode isopatico si distingue per il suo carattere individuale, il cui uso è destinato unicamente alla persona che ne ha fornito il ceppo, e che verrà successivamente distrutto subito dopo l’uso. I nosodi isopatici vengono preparati estemporaneamente a partire da sostanze provenienti dal malato (sangue, urine, secrezioni patologiche…), la cui prima diluizione liquida deve essere sterilizzata, oppure fornite dal malato (vaccino, medicamento, allergene…). In conclusione, per isopatia oggi s’intende l’uso, quale rimedio, di preparazioni diluite e dinamizzate di agenti eziologici delle stesse malattie, secondo il principio non della similitudine dei sintomi, ma dell’uguaglianza dell’agente eziologico.

Fonti ufficiali dell’Isoterapia

L’organo ufficiale francese delle terapie mediche, “Journal Officiel” del 29 dicembre 1948, pubblicò un decreto di “Codificazione delle preparazioni omeopatiche officinali” che regolamentava l’uso e la preparazione degl’Isoterapici e le definizioni di isopatico e nosode, Il termine “isopatico”, in questo decreto viene così definito: “si definiscono isopatici quei nosodi il cui ceppo provenga dal malato stesso”. Il termine nosodo o nosode, sempre nello stesso decreto, viene definito nel modo seguente: “I nosodi sono preparazioni omeopatiche ottenute a partire da colture microbiche, da virus, da secrezioni o da escrezioni patologiche… I nosodi non vengono mai venduti al pubblico allo stato naturale, ma solo a partire dalla terza diluizione centesimale o dalla sesta diluizione decimale”. Nello stesso decreto vengono anche descritte le diluizioni e i criteri di purezza e sterilità dei materiali di prelievo: “I rimedi isopatici sono preparati in diluizione alla prima centesimale (1CH), e le diluizioni inseminate su sostrati batteriologici, non devono dare origine ad alcuna coltura”. Un altro riferimento, meno importante, ma più recente, è contemplato nella Farmacopea Francese XIII edizione del 1965, in cui i termini “nosodo” e “isopatico” furono sostituiti con quelli di “bioterapico” e “isoterapico” rispettivamente. Infine, recentemente, negli anni settanta, O.A. Julian propose di sostituire i termini di bioterapici ed isopatici con il nome di Micro-Immunoterapia Dinamizzata, terminologia più accettata e in parallelo con le nuove scoperte e applicazioni della moderna Immunologia. Applicazioni dell’Isopatia I campi di applicazioni di questa disciplina sono molteplici e comprendono quasi tutte le patologie ad eziologia infettiva, e i campi dell’immunologia, allergie e tossicologia. Il campo più utilizzato è certamente il settore infettivo, l’Isoterapia, ha dominato la scena della cura delle malattie infettive, per circa due secoli, fino all’avvento dell’antibiotico-terapia. Ad esempio, l’uso di pollini nell’asma allergico, dei veleni nella cura delle intossicazioni da avvelenamenti, oppure di preparazioni “omeopatizzate” di farmaci allopatici per combattere gli effetti tossici dei farmaci stessi.

I nosodi isoterapici utilizzati nella cura delle malattie infettive sono preparazioni costituite da estratti, adeguatamente preparati in forma sterile, diluita e dinamizzata secondo le metodologie omeopatiche, di escrezioni e secrezioni patologiche (vescicola della scabbia, pus uretrale, materiale di sifiloma iniziale), di coltivazioni di agenti patogeni (microbi, virus), di secrezioni del metabolismo umano o animale (succhi biliari, succhi pancreatici), oppure secrezioni di organi o tessuti alterati patologicamente (mucose del cavo orale e vaginali, tonsilliti, ulcere, osteomieliti, ecc.). Inoltre, concludiamo con l’autoemoterapia, che consiste nella somministrazione, di solito per via intramuscolare e dopo opportuno trattamento, dello stesso sangue del paziente.

Riferimenti bibliografici

Carbone G., Carbone R. Medicinali Omeopatici. Preparazione, somministrazione, meccanismo di azione normativa.  Dibuono edizioni srl, Villa d’Agri  (PZ), 2015.

Carbone R. Conoscere i prodotti Omeopatici. Preparazione, somministrazione, meccanismo di azione.  Aldenia Edizioni, Firenze 2019. ISBN: 9788894842395

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