Definizione di olismo e discipline olistiche



“Principio filosofico e metodologico di alcune scienze per il quale i sistemi complessi sono irriducibili alla mera somma delle loro parti, in modo tale che le leggi che regolano la totalità non possano mai essere riducibili alla semplice composizione delle leggi che regolano le parti costituenti.”

La teoria dell’Olismo (dal greco “holos”, tutto) si basa sul concetto che le proprietà di un sistema non possano essere spiegate esclusivamente tramite le sue componenti. Il termine olistico fu coniato  negli anni Venti da J. C. Smuts[1]. Secondo l’Oxford English Dictionary, Smuts ha definito l’olismo come “la tendenza, in natura, a formare interi che sono più grandi della somma delle parti attraverso l’evoluzione creativa”.

Viviamo in un periodo in cui l’attenzione per il benessere psico-fisico dell’individuo rappresenta una legittima richiesta della persona, che sempre di più, cerca la via del benessere attraverso strumenti e cure naturali. Pertanto, parlare di Naturopatia potrebbe apparire un semplice discorso di tendenza, invece, si osserva un fenomeno inversamente proporzionale: più si sviluppa la ricerca scientifica e  i risultati applicati ottenuti dal  tecnicismo della scientificità, tanto più aumenta il desiderio dell’uomo di ritrovare una propria dimensione spirituale e un benessere psico-fisico in armonia col  contesto universale.

Questa legittima aspettativa dell’uomo moderno ha portato ad una crescita e diffusione significativa delle discipline olistiche e della medicina naturale, chiedendo come risposta al suo disagio non un farmaco o una prescrizione, bensì, una risposta contestuale ed una motivazione agli accadimenti di determinati avvenimenti, che rappresentano le causa del suo stato di malessere. Non è il rimedio, e nemmeno le innumerevoli analisi a cui si sottopone una persona, ad appagare il desiderio della conoscenza dell’origine del disturbo, ma, il principio nascosto, l’arcano, che conduce verso la malattia e la sofferenza.

Nei confronti di tali aspettative non può essere la scientificità e il tecnicismo conseguente ad appagare  questa legittima richiesta umana: la verità come in ogni cosa  è dentro di noi.  

Dentro di noi si sviluppa la malattia e dentro di noi esiste la fonte di guarigione: vis medicatrix naturae. Cioè il potere curativo della natura, espresso dalla capacità di mantenere l’equilibrio all’interno di un corpo (attraverso la regolazione dell’omeostasi corporea) e con le influenze dell’ecosistema esterno (tra i vari organismi viventi e le condizioni geo-meteo-climatiche). Infine, identificare nella sofferenza, attraverso l’accettazione  e la consapevolezza, il messaggio archetipo di percezione delle informazioni del contesto universale (principio unitario) che può orientare la persona verso la propria crescita spirituale.

Spero di aver indicato con questa pubblicazione le ragioni della scienza e dello scientificismo, e che spesso confusi tra di loro perdono la natura della propria essenza.

Curarsi e farsi curare è un legittimo diritto dell’individuo. Assistiamo frequentemente a queste problematiche, e non solo. La salute di ognuno di noi rappresenta il bene primario imprescindibile ed innegabile. Non esistono veti e limiti, chiunque, ha diritto di essere curato con ogni mezzo e con qualsiasi mezzo che dimostri di possedere quel  minimo di possibilità di alleviare il disturbo e la sofferenza umana.


[1] Jan Christiaan Smuts (Sudafrica, 24 maggio 1870 – Pretoria, 11 settembre 1950), fu un filosofo, militare, uomo politico e statista sudafricano, in due occasioni Primo Ministro del suo Paese.

Ha riacquistato notorietà di recente grazie alla diffusione del concetto di olismo che egli definì per primo nel suo libro Holism and Evolution (Olismo ed evoluzione) del 1926.

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