Con il Regolamento UE 1337/2013, in vigore dal 1 aprile 2015, si è concluso l’iter di etichettatura di origine delle carni bovine iniziato 16 anni fa con il Regolamento CE 1760/2000 che imponeva l’obbligo di indicare il luogo di nascita dell’animale, oltre quello di allevamento e macellazione. Secondo il Regolamento europeo 1337/2013, pubblicato il 14 dicembre 2013, è obbligatorio in tutta l’UE indicare in etichetta l’origine delle carni fresche, refrigerate o congelate di animali della specie suina, ovina, caprina e di volatili. Il Regolamento nasce da uno studio della Commissione Europea sulla valutazione delle richieste e delle esigenze dei consumatori, nel quale è emerso che per questi ultimi è prioritario conoscere il luogo di provenienza dell’animale. Nello specifico, l’indicazione del “Paese d’origine” si riferisce al luogo dove il prodotto è stato interamente ottenuto, ovvero il Paese dove l’animale è nato, è stato allevato e poi macellato. Se il Paese di nascita, di allevamento e macellazione sono diversi, l’indicazione di origine si riferisce al Paese in cui i prodotti hanno subito l’ultima trasformazione sostanziale. Tale regolamento sull’origine del prodotto è importante anche nell’ambito del commercio internazionale per determinare la “nazionalità di un prodotto”.
Cosa deve riportare l’etichetta delle carni
L’etichetta delle carni, così come avviene per gli altri alimenti, deve riportare obbligatoriamente determinate indicazioni:
• Denominazione di vendita (nome del prodotto)
• Nome, marchio, ragione sociale del produttore, venditore o confezionatore
• Sede del produttore o del confezionatore
• Modalità di conservazione
• Termine minimo di conservazione
• Quantità netta
• Raccomandazioni
• Prezzo
Valori nutrizionali indicati in etichetta
Inoltre, dal 13 dicembre 2016 sarà obbligatorio inserire in etichetta la “dichiarazione nutrizionale”, ovvero i valori nutrizionali medi per 100 g/ml di prodotto:
• valore energetico
• quantità di grassi (distinti tra saturi e monoinsaturi)
• proteine
• zuccheri
• carboidrati
• sale.
L’indicazione nutrizionale è fondamentale, soprattutto perché informa il consumatore anche sui danni alla salute connessi all’assunzione degli alimenti.
Ad esempio, una dieta ricca di grassi saturi, contenuti nelle carni rosse e grasse, aumenta l’incidenza di alcune malattie cardiovascolari, in particolare la cardiopatia ischemica e le sue gravi conseguenze: l’angina pectoris, l’infarto miocardico e l’ictus.
Dichiarazioni dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC)
Dopo le recenti e allarmanti dichiarazioni dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), organo dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), in merito alla relazione tra consumo di carni rosse e insorgenza del cancro, i consumatori si sono ritrovati a gestire un’informazione nebulosa e a districarsi tra diverse fonti per tentare di fare chiarezza. Per questi motivi, l’esigenza di una regolamentazione rigida delle indicazioni riportate sull’etichetta delle carni è diventata sempre più urgente.
Allo stato attuale, la relazione epidemiologicamente accertata tra carni rosse e cancro riguarda nello specifico il tumore del colon-retto e il cancro allo stomaco, anche se su questa specifica tipologia di tumore le evidenze non sono ancora complete. Inoltre è importante segnalare che lo studio cita principalmente le carni lavorate (essiccate, salate, fermentate e affumicate) che vengono trattate con conservanti per migliorarne il sapore o la conservazione.
Nello specifico si tratta di salumi (soprattutto quelli affumicati), wurstel, insaccati, carni in scatola e salse a base di carne. I nitrati e i nitriti aggiunti come conservanti possono andare incontro, sia per azioni di tipo metabolico, sia attraverso la cottura, ad una serie di trasformazioni chimiche che li convertono in nitrosammine, sostanze ad elevato potere cancerogeno
Interazioni del lettore